Coldiretti commenta positivamente l’avvenuta pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto Flussi 2021. Il provvedimento, che regola l’arrivo di manodopera extracomunitaria, è importante per salvare i raccolti nelle nostre campagne dove resta fondamentale il contributo dei lavoratori stranieri, nonostante la crescita di interesse tra gli italiani, ma si scontra con il momento di difficoltà segnato dall’avanzata dei contagi Covid.
Il Decreto offre la possibilità di ingresso in Italia per motivi di lavoro subordinato stagionale e non stagionale o di lavoro autonomo ad un numero massimo di 69.700 lavoratori extracomunitari, di cui una buona parte sarà impegnata in agricoltura. In base ai dati degli ultimi anni, in provincia di Cuneo è autorizzato mediamente l’ingresso di 1.000-1.200 stagionali extracomunitari, provenienti prevalentemente da Albania, Macedonia, India e Senegal.
“Con la piena ripresa delle attività agricole – dichiara il delegato confederale di Coldiretti Cuneo Roberto Moncalvo – è facile prevedere l’accentuarsi della mancanza di lavoratori necessari nelle campagne in un momento in cui, con la pandemia, si è aperto uno scenario di incertezza, accaparramenti e speculazioni che spinge la corsa dei singoli Stati ai beni essenziali come l’energia e il cibo. L’apertura delle frontiere agli stranieri rischia, tuttavia, di essere vanificata dal fatto che molti braccianti provenienti da Paesi extra UE non possono lavorare in quanto vaccinati con vaccini non riconosciuti in Italia e in Europa”.
Un prodotto agricolo su quattro, però, viene raccolto in Italia da mani straniere con 358.000 lavoratori provenienti da ben 164 Paesi diversi che hanno trovato regolarmente occupazione in agricoltura, fornendo più del 29% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore, secondo il Dossier di Idos al quale ha collaborato Coldiretti.
Per agevolare il lavoro stagionale Coldiretti torna poi a chiedere maggiore sburocratizzazione. Spiega il direttore di Coldiretti Cuneo Fabiano Porcu: “Per salvare le produzioni locali occorre anche dare la possibilità a percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani di poter essere impiegati nei campi attraverso una radicale semplificazione del lavoro agricolo. Nella nostra provincia questa necessità riguarda soprattutto la raccolta dell’ortofrutta e la vendemmia, che coinvolgono circa 4.000 aziende agricole per generare almeno 8.000 posti di lavoro”.