Diciannove azionisti favorevoli, sei contrari e un astenuto. Con questi numeri, lo scorso 19 dicembre, l'assemblea dei Comuni soci di
Acsr – l'azienda che gestisce gli impianti di smaltimento rifiuti nel bacino cuneese - ha approvato la delibera sulla realizzazione di un nuovo biodigestore a Borgo San Dalmazzo. Una scelta che ha fatto e farà discutere, che nella Giunta borgarina ha provocato le
dimissioni di Mauro Fantino e che ha portato anche alla creazione di un
comitato per dire “no” al nuovo impianto, nel quale verrebbero smaltiti i rifiuti organici di tutta la provincia producendo biogas. A votare contro questo progetto, la sera dello scorso 19 dicembre, furono come detto solo sei Comuni, rappresentanti il 12,35% del capitale sociale di Acsr presente in aula: si tratta di Roccavione, Limone Piemonte, Beinette, Centallo, Pradleves e San Damiano Macra. Astenuto, invece, il Comune di Robilante.
Molto chiara già durante l'assemblea la posizione di Germana Avena, prima cittadina di Roccavione, che durante la discussione aveva avanzato critiche da più punti di vista, da quello ambientale a quello economico, passando per i dubbi sulla possibilità di ultimare l'opera entro fine 2022 (termine ultimo per accedere agli incentivi del Gestore dei Servizi Energetici) e la necessità reale di un nuovo biodigestore in un bacino, quello di Acsr, che “oggi ha un impianto pienamente rispondente alle necessità”. Sulla stessa lunghezza d'onda il sindaco di Limone Massimo Riberi: “Appoggiamo pienamente quanto sostenuto da Avena durante l'assemblea di dicembre, non ci sono sufficienti garanzie, non abbiamo la certezza che questo investimento porterà effettivi miglioramenti”.
Puramente di carattere economico, invece, le motivazioni del sindaco di Beinette Lorenzo Busciglio: “Ritengo che non ci siano le necessarie garanzie, non c'è la certezza di poter conferire nell'impianto la quantità di rifiuti necessaria a renderlo efficiente: è un rischio troppo elevato per un investimento così grande”. L'effettiva disponibilità degli altri consorzi della provincia (Csea, Coabser e Acem) a conferire a Borgo San Dalmazzo i rifiuti organici era stata messa in dubbio già durante il dibattito nell'assemblea del 19 dicembre. “In secondo luogo – prosegue Busciglio - ho forti dubbi sulla possibilità di concludere l'intervento entro il 31 dicembre 2022 e accedere così ai benefici riconosciuti dal GSE: tre anni sembrano tanti, ma sono pochi per la realizzazione di un impianto di questo tipo. Inoltre il sistema di gestione rifiuti che abbiamo oggi funziona, non presenta criticità tali da motivare un investimento di oltre 13 milioni di euro”. Analoga la posizione di Marco Marino, sindaco di Pradleves: “Secondo noi si tratta di un investimento troppo grande a fronte dell'assenza di certezze sulla possibilità di reperire il fabbisogno di rifiuti necessario. Da questo punto di vista non ci sono sufficienti garanzie e il rischio di ritrovarsi con un investimento economicamente svantaggioso è troppo alto”.
Grandi perplessità anche per il primo cittadino di Centallo Giuseppe Chiavassa: “Non sono contrario ai biodigestori in generale, anche se questo tipo di impianto rischierebbe di essere obsoleto già tra 6-7 anni: in questo caso però credo che si stia facendo tutto con troppa fretta, senza le dovute valutazioni sugli effettivi benefici, il che non è mai positivo quando si tratta di investimenti e progetti così importanti. Penso che realizzando il biodigestore a Borgo San Dalmazzo, un luogo assolutamente non centrale rispetto al bacino di conferimento, si verrebbe a creare anche un problema di trasporti e di inquinamento, con camion carichi di rifiuti sulle strade della provincia per troppi chilometri”. Anche Chiavassa, poi, condivide i dubbi sulla reale disponibilità degli altri consorzi della provincia a conferire a Borgo San Dalmazzo i loro rifiuti organici: “Non ci sono sufficienti garanzie da questo punto di vista”. Completa il gruppo dei comuni contrari San Damiano Macra: “Riteniamo che si tratti di un progetto che avrebbe impatti ambientali troppo pesanti, - spiega il sindaco Giorgio Gianti – che presenta diversi rischi a fronte di un investimento molto pesante, che potrebbe portare anche a problemi di tenuta dei conti”.
L'iter per la realizzazione dell'impianto, in ogni caso, prosegue: ora si attende la
Valutazione di Impatto Ambientale imposta dall'Organo Tecnico della Provincia. Anche quest'ultimo passaggio, con il conseguente allungamento dei tempi, secondo il “fronte del no” renderebbe difficile completare l'opera in tempo utile per accedere alle agevolazioni concesse dal
GSE.