CUNEO - Biodigestore, Cuneo prende tempo. Demichelis: "Oggi non siamo certi che il 'sì' sia la scelta giusta"

Il tema oggetto della Commissione convocata stasera in Sala Vinaj, a due giorni dall'assemblea dei Sindaci Acsr-CEC. Manassero guarda a Borgo e aspetta, Boselli chiede una commissione d'inchiesta

Andrea Dalmasso 15/02/2023 21:41

Dal 2019 ad oggi le condizioni sono cambiate. A due giorni dall’assemblea dei Sindaci non siamo certi che dire di sì oggi sia la scelta giusta. Potrebbe esserlo oppure no, ma ci sono delle criticità di cui dobbiamo tenere conto: continueremo in questi due giorni gli approfondimenti, con l’obiettivo di fare la scelta migliore per il territorio. Anche si decidesse di rinunciare al finanziamento, comunque, la partita sui rifiuti non si chiuderà: sarà necessario mettersi in un'ottica di ascolto e apertura”. Quello dell’assessore all’Ambiente Gianfranco Demichelis è stato l’ultimo intervento, ma probabilmente anche quello più significativo per capire le intenzioni e le posizioni dell’amministrazione comunale di Cuneo. Il tema è quello del biodigestore di Borgo San Dalmazzo, l’occasione di dibattito la Quinta commissione convocata stasera, mercoledì 15 febbraio, in Sala Vinaj (commissione sul tema che era stata richiesta dagli Indipendenti). Erano presenti, oltre ad un folto pubblico, anche i vertici di Acsr e CEC: venerdì 17 febbraio alle ore 17 l’assemblea dei Sindaci sarà chiamata ad esprimersi sull’accettazione o meno dei fondi PNRR (circa 13 milioni di euro) che il progetto per il sito di San Nicolao ha ottenuto.
 
Ad aprire gli interventi la sindaca Patrizia Manassero: “Il percorso che ci ha condotti qui è iniziato già nel 2017 e non ha nulla di misterioso o oscuro, ma aveva bisogno di essere ripreso. Siamo in un momento di confronto molto forte tra i Sindaci, per arrivare a una decisione nell’assemblea di venerdì. Il concetto fondamentale è utilizzare il rifiuto come risorsa, e su questo non ci sono dubbi. Obiettivo quando il percorso è partito era arrivare ad abbassare la TARI per i nostri Comuni”. Anche la prima cittadina, poi, si è soffermata sulle “mutate condizioni”: “Il progetto era stato pensato anche per accedere agli incentivi per il biometano, che però oggi non ci sono più (per accedervi sarebbe stato necessario avere l’impianto pronto ad agosto di questo’anno, ndr). Allora si pensava di finanziare la realizzazione accendendo un mutuo, oggi abbiamo in mano un finanziamento PNRR: insomma, il quadro finanziario è completamente cambiato”. 
 
Il tema centrale, però, sembra essere quello della mancata disponibilità dei consorzi del Saluzzese (Csea) e Monregalese (Acem) a conferire la loro parte organica a Borgo San Dalmazzo: ad oggi i rifiuti prodotti dal bacino Acsr non sarebbero sufficienti a rendere remunerativo l’impianto (servirebbero 45 mila tonnellate all’anno, il bacino cuneese ne produce circa 18 mila, ndr). “Abbiamo fatto tutto il possibile per fare in modo che il progetto venisse sentito proprio da tutto il territorio provinciale, ma questo non è accaduto”, ha spiegato la sindaca. Ad oggi Csea e Acem conferiscono i loro rifiuti organici ad un costo inferiore a quello offerto da Acsr: il tema, insomma, è strettamente economico.
 
Presente all’assemblea anche il presidente del CEC Giacomo Quiriti, che è intervenuto per un chiarimento su questo punto: “È errato dire che non c’è disponibilità dei consorzi del Saluzzese e Monregalese: ci hanno detto che ad oggi non potrebbero conferire a Borgo per altri tre anni a causa dei contratti che hanno in essere, ma il problema non sussiste perchè l’impianto non ci sarà ancora in questi tre anni. In più abbiamo Comuni del torinese che ci hanno già fatto sapere che porterebbero i loro rifiuti a Borgo”.
 
Altra questione sul tavolo è la posizione del Comune di Borgo San Dalmazzo, dove lo scorso anno Roberta Robbione ha raccolto l’eredità di Gian Paolo Beretta, che era stato tra i principali promotori del progetto, come prima cittadina. Domani alle 18 il Consiglio comunale borgarino si riunirà per discutere del progetto del biodigestore e - ha lasciato intendere Patrizia Manassero - l’indirizzo che verrà espresso avrà un peso decisivo nella decisione dell’assemblea di venerdì: “Attendiamo la loro deliberazione insieme a tutte le altre valutazioni”, ha detto la prima cittadina. 
 
Altro nodo - anche questo illustrato da Patrizia Manassero - è quello relativo al passaggio all’Ato regionale: “Ci troviamo in un momento in cui viene ad essere assente l’organo sulle politiche di indirizzo in tema rifiuti. Il passaggio all’Ato regionale non si è ancora perfezionato. Oggi non abbiamo un soggetto che faccia una regia puntuale su quello che è il circuito dei rifiuti a livello regionale”.
 
A prendere la parola, poi, Cristiana Giraudo, direttrice di Acsr, che ha ripercorso la storia dell’azienda per poi illustrare nel dettaglio le caratteristiche del progetto. La stessa Giraudo ha definito i quantitativi di rifiuti un “tasto dolente”: “Oggi in Acsr raccogliamo 18 mila tonnellate circa di organico. Da progetto ne servirebbero 45 mila. Nel 2021 i quattro consorzi provinciali hanno prodotto insieme 31 mila tonnellate, ma la previsione della Regione è di arrivare a 52 mila tonnellate di rifiuto organico intercettato per la nostra Provincia”. Giraudo ha affrontato anche il tema dei rincari, che farebbe lievitare il costo di realizzazione del biodigestore del 20% circa: “Comporterebbe maggiori costi per circa 3 milioni e 100 mila euro, che ipotizziamo di coprire con un mutuo da aggiungere ai fondi PNRR". L’impianto, se si sceglierà di proseguire con il progetto, dovrà essere pronto entro il 30 giugno 2026, termine imposto dal PNRR.
 
Poi il dibattito tra i consiglieri, con Giancarlo Boselli (Indipendenti) a dare fuoco alle polveri e attaccare frontalmente la Sindaca e la sua Giunta: “Riteniamo non sia tollerabile un così grave errore di valutazione: non è spiegabile mandare avanti un progetto così, ipotizzando di avere un conferimento di rifiuti, e poi metterlo in dubbio perchè ci si accorge che non è così. L’ex sindaco era anche presidente della Provincia, doveva avere un quadro della situazione: questa è un’altra delle mele avvelenate che Borgna ha lasciato alla Manassero. Noi vogliamo sapere chi ha la responsabilità di aver fatto questa scelta, vogliamo capire quanto è stato speso finora, ci risultano 400-500 mila euro (Cristiana Giraudo ha replicato che la cifra si aggira sui 60 mila euro, ndr), vogliamo sapere se la procedura seguita è stata corretta. Chiediamo una commissione d’inchiesta sulla vicenda biodigestore, presenterò ufficialmente la richiesta venerdì mattina. Siamo dell’idea che non si possano affrontare in questo modo le questioni, chi ha delle responsabilità deve assumersele. Cuneo è azionista di riferimento, non è accettabile che si attenda di capire cosa pensa il Comune di Borgo San Dalmazzo per poi esprimersi”. Sulla stessa linea il collega Paolo Armellini: “Il Consiglio comunale ha compiti di controllo: mi chiedo quale verifica e quale controllo avrebbe potuto fare il Consiglio se non avessimo presentato un’interpellanza e non avessimo chiesto una commissione a poco più di un giorno dalla definizione della questione. Noi non siamo aprioristicamente contrari alla biodigestione, ma siamo contrari a questo biodigestore con i dati che ci sono”.
 
Fermamente contrario al progetto anche Ugo Sturlese (Cuneo per i Beni Comuni): “Il tema è che i rifiuti necessari non ci sono. Sento parlare di incrementare i rifiuti per utilizzarli ‘come risorsa’: l’obiettivo è arrivare a rifiuti zero, tutto il resto sono sciocchezze”.
 
Per la maggioranza è intervenuta Maria Laura Risso (Centro per Cuneo), dal canto suo favorevole alla proposta progettuale: “Le previsioni sull’aumento della produzione di rifiuti organici sono positive, il nostro impianto potrebbe attirare rifiuti da fuori provincia. Inoltre si potrà considerare possibilità di fare meno utili e non far lavorare impianto a regime per un certo periodo, pur di non affossare il progetto e rinunciare al finanziamento a fondo perduto. Dobbiamo tentare tutto pur di non lasciarlo cadere”. Tra i favorevoli anche Franco Civallero (SiAmo Cuneo): “Realizzare questo progetto sarebbe una gran cosa. Il problema è arrivare a 45 mila tonnellate? Chi fa impresa lo sa, si parte con degli obiettivi, ma non è detto che si raggiungano subito”, ha detto il rappresentante del centrodestra.
 
Ad alzare notevolmente i toni, a questo punto, ancora Boselli: “Noi vogliamo sapere chi ha messo per scritto che era garantito il conferimento di 45 mila tonnellate. Chiediamo ufficialmente che ci sia inviata la documentazione di Comune, Acsr e CEC sui vari passaggi relativi a questo progetto”. Poi ancora l’attacco alla prima cittadina e alla sua maggioranza: “Il Sindaco deve dire qual è la sua posizione, non deve aspettare che si esprimano altri. Non potete venire a prendere per il c*lo la città. Vi state qualificando per non riuscire ad esprimervi politicamente”, ha detto Boselli, puntando il dito in particolare verso i rappresentanti del Partito Democratico. “Rispetto i processi, - ha replicato la Sindaca - processi democratici che sono stati portati avanti da una comunità di sindaci. Sto lavorando in continuità a ciò che è stato fatto finora, valutando le criticità emerse”.
 
Tra i consiglieri intervenuti per altri chiarimenti, a margine, Elio Beccaria (Crescere Insieme), Claudio Bongiovanni (Cuneo Mia) e Massimo Garnero (Fratelli d’Italia).
 
Un dibattito, quello di Sala Vinaj, durato circa due ore e mezza, durante il quale i dubbi emersi hanno superato le certezze: la sensazione è che il rischio di procedere alla realizzazione dell’impianto senza la garanzia che questo sia effettivamente remunerativo sia ritenuto troppo alto da molti (Giunta compresa, visto l’intervento finale dell’assessore Demichelis). Il dibattito si aprirà nuovamente domani sera alle ore 18 nel salone consiliare di Borgo San Dalmazzo: la decisione dell’amministrazione borgarina diventa a questo punto quasi decisiva per stabilire se il progetto biodigestore potrà diventare concreto o se invece rimarrà su carta, lasciando alle sue spalle più di tre anni di discussioni e polemiche. 
 

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