BORGO SAN DALMAZZO - Biodigestore, Gribaudo interroga il Ministro dell'Ambiente: "A chi serve questo impianto?"

La parlamentare di Borgo San Dalmazzo: "Ho chiesto al Governo un ridimensionamento o addirittura un riposizionamento del progetto"

Redazione 17/05/2024 13:49

La parlamentare del Partito Democratico Chiara Gribaudo, insieme al collega Federico Fornaro, ha presentato un’interpellanza urgente al Ministero dell'Ambiente e Sicurezza Energetica riguardante il progetto del biodigestore previsto a Borgo San Dalmazzo. Si legge nel comunicato che annuncia l’iniziativa: “Il progetto prevede un impianto con una capacità di trattamento di 35 mila tonnellate di rifiuti organici e 10 mila tonnellate di sfalci, adatto a servire una popolazione di 800-900mila abitanti, mentre la provincia di Cuneo conta poco meno di 600mila residenti: per saturare questa capacità di smaltimento, la provincia di Cuneo dovrebbe "importare" rifiuti organici. È importante sottolineare che il nord-ovest Italia è già pieno di impianti di trattamento dei rifiuti organici, con significative capacità residue nelle province confinanti”. 
 
Il costo previsto per l'impianto di digestione anaerobica di Borgo San Dalmazzo - prosegue la nota - è di 16 milioni di euro, di cui quasi 13 milioni coperti dal PNRR e il resto indebitando di fatto i Comuni dell’ACSR. Questo significherà che se, come immaginiamo, non ci sarà il conferimento prospettato, aumenteranno le tariffe per 158 mila cittadini cuneesi serviti da questo gestore. Una scelta di cui si chiederà conto sia alle istituzioni locali che hanno votato a favore, all’ACSR, al presidente Cirio e alla sua Giunta e al Governo Meloni che ha deciso di finanziare questo intervento”. 
 
Spiega la parlamentare di Borgo San Dalmazzo: “Nella mia interpellanza ho chiesto al Governo innanzitutto di concertare e ripensare o a un ridimensionamento o addirittura ad un riposizionamento del progetto su altri siti, in maniera tale che ci sia una vera programmazione e riorganizzazione utile e funzionale ai cittadini.  In questo caso rischiamo il danno e la beffa: il danno perché si spendono risorse pubbliche per fare investimenti che non servono ai cittadini, la beffa in quanto come dimostrato economicamente questo opera non reggerà, e saranno i cittadini stessi del comparto cuneese a pagarne le conseguenze con aumenti di tariffe. Anche per questo rimango fortemente contraria ad una scelta che considero anti-economica in sé, per i cittadini residenti a Borgo San Dalmazzo e in modo particolare per quelli che risiedono in quel pezzo di territorio. Ricordiamo infine che quel sito si trova in un parco fluviale, che andrebbe valorizzato in altro modo e e non con interventi di questa natura, che avranno sicuramente conseguenze ambientali da non sottovalutare. Perchè spendere così questi soldi? A chi serve questo impianto? Non è forse meglio investire su altri capitoli più urgenti ed utili al territorio? La provincia e il presidente Robaldo, che è anche sindaco di Mondovì, non hanno nulla da dire a riguardo? Il tempo per fermare il progetto non è ancora scaduto, e visti i problemi su alcune infrastrutture del territorio come quella del Colle di Tenda, per fare l’esempio più eclatante, avrebbe più senso decidere di investire questo denaro su progetti più rilevanti per il benessere del territorio. È importante ricordare che questi fondi provengono dai contribuenti italiani e che una parte significativa del PNRR è finanziata da prestiti che dovremo restituire. Spendere male questi fondi, investendo in un impianto non necessario, rappresenterebbe un danno per tutti i contribuenti”.

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