CUNEO - Biodigestore, Manassero “pompiere” nella polemica con Borgo: “Bisogna tenere assieme il territorio”

Il forzista Civallero chiede “controazioni” dopo il ricorso borgarino al Tar, la sindaca dice no: “La discussione democratica sui progetti non può essere sanzionata”

Andrea Cascioli 30/06/2023 17:33

C’è chi vorrebbe “farla pagare” a Borgo, letteralmente, per il ricorso al Tar promosso dall’amministrazione cittadina contro il biodigestore. Lo ha domandato nell’ultima seduta del Consiglio comunale di Cuneo il consigliere Franco Civallero (Forza Italia): l’ex candidato del centrodestra ha chiesto alla sindaca “se non si ritiene necessario valutare la possibilità di controazioni”, incassando da lei un secco no.
 
“C’è una difficile operazione per tenere assieme un territorio che in questo momento ha visioni contrapposte: non penso ci sia la necessità né l’utilità di rivendicare i maggiori costi del ricorso” è la replica di Patrizia Manassero. Ancora una volta la prima cittadina rivendica la sua posizione conciliante nello scontro tra favorevoli e contrari al progetto, riaccesosi in queste settimane dopo che già il sindaco di Valdieri, Guido Giordana, aveva lanciato un “siluro” contro i borgarini: se non accettano il biodigestore, togliamogli i 400mila euro annui di compensazione per la discarica.
 
Nella votazione di febbraio, Cuneo è stata l’ago della bilancia che - smentendo quanto la sindaca aveva affermato alla vigilia, cioè l’intenzione di seguire la scelta di Borgo - aveva permesso l’approvazione della convenzione tra Cec e Acsr, quindi il via libera dei sindaci del consorzio al progetto. Ora, però, la priorità è ricucire con i vicini ed evitare provocazioni: “Non mi trova d’accordo - continua Manassero - l’idea di conteggiare economicamente la discussione democratica sui progetti, che porta anche a eventuali stop e rimodulazioni”. Un ramoscello d’ulivo ancor più significativo verso l’amministrazione di Roberta Robbione è la disponibilità a sostenere Borgo nell’assemblea per il rinnovo degli organi societari di Acsr. Il 7 luglio bisognerà nominare un consigliere in sostituzione di Agostino Forneris, il presidente dimissionario indicato a suo tempo dai borgarini: “Credo che il posto vada riconosciuto di diritto al comune di Borgo. All’interno del CdA provvederemo poi a nominare un nuovo presidente”.
 
La sindaca ha chiesto di convocare “appena possibile” una commissione, perché i consiglieri cuneesi possano confrontarsi sulle rimodulazioni del progetto. Nel frattempo il dibattito tra favorevoli e contrari ha diviso il centrosinistra e il centrodestra uniti dalle altre opposizioni, ovvero la sinistra civica, gli Indipendenti e Beppe Lauria. “Non sono aprioristicamente contro il biodigestore, - afferma quest’ultimo - ma questa progettazione non mi convince. Stiamo ragionando ‘di pancia’ e per rappresentanza di partito”. A preoccupare l’ex aennino è la questione del “fabbisogno” di rifiuti che, secondo gli oppositori del biodigestore, rappresenta il principale scoglio: “Che senso ha un’operazione di questo tipo, se da più parti ci viene spiegato che mancano i conferimenti?”. Paolo Armellini (Indipendenti) riprende la stessa critica, squadernando i numeri: “L’attuale impianto è a forte impatto ambientale ed è sovradimensionato rispetto alle possibilità di conferimento: per saturarlo ci vogliono 45mila tonnellate di organico, ma studi recenti ci dicono che ne servirebbero addirittura 60mila. Il Cec raggiunge all’incirca le 17mila tonnellate, anche mettendo insieme gli altri tre consorzi provinciali si arriva ad appena 39mila”.
 
Poi c’è la questione dei costi: “La tariffa di 92 euro a tonnellata non è concorrenziale, rispetto ai 35 di Alessandria e ai 72 di Cairo Montenotte: quale amministratore si azzarderebbe a dire ai concittadini che preferisce portarli a Borgo?”. Infine, aggiunge il consigliere, “questa lavorazione richiede un consumo di acqua cinque volte superiore all’attuale trattamento: con la crisi idrica attuale è un peccato mortale”. Un ulteriore aspetto è quello della mobilità, evidenzia Claudio Bongiovanni (Cuneo Mia): “Bisogna valutare la sovrapposizione che ci sarà rispetto ai camion dell’Acqua Sant’Anna che già percorrono queste strade e come si distribuirà il traffico”. Ugo Sturlese (Cuneo per i Beni Comuni) ribadisce: “Non è una questione ideologica, ma scientifica: la logica dev’essere quella della riduzione progressiva della produzione di rifiuti, fino a ‘rifiuti zero’”.
 
“Visione utopistica” replica Vincenzo Pellegrino di Centro per Cuneo, che assicura: “Questo non è un grande impianto, ma un impianto a misura di provincia. Quando verrà realizzato sarà soddisfacente per tutto il nostro territorio”. Il problema del “fine vita” della discarica di San Nicolao è ancora lontano, aggiunge, mentre è impellente quello lavorativo: “Non dimentichiamo che è una responsabilità mandare a casa 33 persone che oggi lavorano nell’impianto”. Inoltre, vanno considerate le differenze tra il vecchio e il nuovo progetto, più “sostenibile” - in termini di fabbisogno di rifiuti - per i due consorzi che già aderiscono, quello cuneese e quello albese. “Crediamo che sia un progetto virtuoso e con una visione lungimirante. Una maggior tutela dell’ambiente e successivamente anche una riduzione dei costi a carico dei contribuenti” è la posizione di Fratelli d’Italia per voce di Noemi Mallone. Mentre Stefania D’Ulisse (Cuneo Solidale Democratica) replica a chi ritiene troppo “decentrata” la sede rispetto al territorio provinciale: “Il progetto nasce per la riqualificazione della discarica di San Nicolao, non può essere baricentrico”.
 
In attesa del confronto in commissione, i gruppi di Cuneo per i Beni Comuni, Cuneo Mia e Indipendenti hanno organizzato un’assemblea pubblica per lunedì 3 luglio, ore 21, presso il Centro Incontri del Quartiere a San Rocco Castagnaretta. Con un titolo che non lascia spazio alle supposizioni: “Biodigestore, una cattedrale nel deserto che pagheranno i cuneesi”.

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