“Un finanziamento che premia la sostenibilità ambientale del progetto e più in generale offre una grande opportunità al territorio del quadrante cuneese”. È un passaggio della lettera firmata dai Sindaci di quattordici dei Comuni cuneesi che hanno espresso parere favorevole lo scorso 17 febbraio, durante l’assemblea Acsr-CEC che era chiamata ad esprimersi sull’accettazione del finanziamento PNRR per il biodigestore di Borgo San Dalmazzo. La prevalenza del “sì” ha generato un vespaio di polemiche, con il comitato che si oppone al progetto che nei giorni scorsi ha rilanciato la sua battaglia.
Ora i primi cittadini che hanno alzato la mano per dire “sì” hanno deciso di illustrare le loro motivazioni in una lettera aperta: “Dal 2016 l’assemblea dei Sindaci ha lavorato con CEC ed ACSR affinché si riuscisse a rendere competitivo un impianto fondamentale per le nostre comunità. Originariamente il progetto era di circa 13 milioni di euro che avrebbero gravato sulla Tari, spalmata sulle bollette degli utenti di ogni singolo Comune. Il relativo piano economico-finanziario prevedeva il riconoscimento di incentivi da parte del GSE, dapprima per la produzione di biogas e successivamente per il metano da trazione. Il progetto – di valenza provinciale – ha da sempre l’obiettivo della salvaguardia del presidio industriale di Borgo San Dalmazzo e della relativa forza lavoro impiegata. Inutile ricordare che ad oggi già esiste un impianto di digestione, digestione aerobica e quindi molto più a rischio di produzione odori di quanto non possa esserlo un impianto anaerobico”.
Tra le contestazioni di chi si oppone al progetto (Comune di Borgo San Dalmazzo in testa) ci sono le ragioni economiche. I rincari hanno infatti fatto lievitare i costi di realizzazione dell’impianto: i 12,8 milioni di euro in arrivo dal PNRR non basteranno, servirà coprire la differenza tramite un mutuo. “Occorre evidenziare - si legge nella lettera dei Sindaci favorevoli - come la Legge di Stabilità approvata il 29 dicembre 2022 abbia previsto – per fronteggiare gli aumenti eccezionali dei prezzi dei materiali – un ulteriore contributo calcolato nella misura del 10% dell’importo assegnato al progetto: sul progetto del digestore si arriva dunque alla cifra complessiva di euro 14.136.100,00. Risorse che non andrebbero ad incidere sulla Tari e che coprirebbero almeno l’80% dell’investimento. La parte che andrebbe a gravare sulla tariffa verrebbe quindi agevolmente assorbita anche da un quantitativo di molto inferiore alle 35 mila tonnellate dando in ogni caso la possibilità di modificare l’originaria previsione tariffaria di conferimento e di conseguenza l’agibilità sul mercato per attingere conferimenti anche da altri consorzi”.
“Riteniamo - prosegue la lettera - che nel rispetto del territorio di tutto il consorzio si debba tenere a mente il prioritario interesse ad agire per il bene delle comunità e per il bene dei cittadini. E che nel rispetto dei cittadini di Borgo San Dalmazzo si debba lavorare affinché l’impianto non abbia impatti o impronte ambientali tali da ledere legittimi interessi. Consapevoli della responsabilità che deriva dall’ottenimento di un contributo a fondo perduto così importante auspichiamo che si possano effettuare con celerità gli approfondimenti proposti in assemblea e di attivare quanto necessario per la realizzazione di quest’opera strategica a servizio pubblico dell’intera provincia”.
Questi i Comuni firmatari: Argentera, Boves, Busca, Caraglio, Cartignano, Castelletto Stura, Chiusa Pesio, Dronero, Monterosso Grana, Prazzo, San Damiano Macra, Tarantasca, Valdieri, Villar San Costanzo.