BORGO SAN DALMAZZO - Biodigestore, sceglie Borgo? Stasera il Consiglio comunale che può diventare decisivo

Domani l'assemblea Acsr-CEC che sarà chiamata a pronunciarsi sui fondi PNRR, ma la posizione di Borgo San Dalmazzo avrà un peso determinante nella decisione finale

Andrea Dalmasso 16/02/2023 09:10

L’assemblea dei Sindaci di Acsr e CEC è convocata per domani, venerdì 17 febbraio alle ore 17 in municipio a Cuneo, e sarà in quella sede che verrà formalmente presa (salvo proroghe) una decisione sull’accettazione o meno dei quasi 13 milioni di euro di fondi PNRR per la realizzazione del biodigestore a Borgo San Dalmazzo. Di fatto, però, i minuti decisivi della partita si giocheranno già stasera a partire dalle ore 18, nel salone consiliare borgarino, dov’è convocato un Consiglio comunale sul tema del nuovo impianto di smaltimento dei rifiuti organici. È questo il quadro emerso nella giornata di ieri, culminata con la partecipata e accesa commissione consiliare di Cuneo cui hanno preso parte anche i vertici di Acsr e CEC: nella decisione finale avrà un peso determinante la volontà di Borgo San Dalmazzo.
 
Lo ha fatto capire, nemmeno troppo velatamente, la sindaca di Cuneo Patrizia Manassero, sia parlando con i giornalisti che durante i suoi interventi in commissione: “L’idea che un rifiuto è una risorsa da utilizzare al meglio resta validissima, ma sono emerse delle criticità che vanno valutate. I Sindaci del bacino hanno chiesto a Borgo San Dalmazzo di esprimersi in modo chiaro: la nostra sarà una posizione rispettosa di quella di Borgo”. Tradotto: se Borgo dirà di no, l’assemblea dei Sindaci si accoderà, rinunciando ai 12,8 milioni ottenuti dal PNRR e chiudendo il discorso biodigestore.
 
Un discorso iniziato già nel 2017, con l’intervento di riqualificazione del sito di San Nicolao approvato dai Sindaci di Acsr nel 2019, che ha però visto emergere diverse criticità: gli incentivi per il biometano a cui si puntava non ci sono più (vi potrà accedere solo chi avrà un impianto in funzione entro agosto di quest’anno), i costi di realizzazione, complici i rincari dei materiali, sono aumentati almeno del 20% e il complicato passaggio all’Ato regionale ha creato un “vuoto di potere” nelle politiche per la gestione dei rifiuti. Ma, soprattutto, non c’è la garanzia di avere in mano le 45 mila tonnellate annue di rifiuti necessarie per rendere remunerativo l’impianto: i consorzi del saluzzese (Csea) e monregalese (Acem) non hanno infatti dato la loro disponibilità a conferire a Borgo San Dalmazzo, decisione motivata dai contratti che hanno in essere (più convenienti economicamente) per conferire altrove. Ha confermato la sua disponibilità di massima il consorzio di albese e braidese (Coabser), ma questo non basterebbe a raggiungere i quantitativi richiesti.
 
Una serie di ostacoli che hanno indotto i primi cittadini di Acsr a ridiscutere la situazione. Ora, però, è il momento delle decisioni: entro sabato 18 febbraio si dovrà comunicare l’accettazione o meno del finanziamento. Il termine potrebbe anche essere prorogato, ma ci sono forti pressioni a non rinviare la decisione, dati i tempi stretti e rigidi imposti per realizzare i progetti con fondi PNRR. Nella decisione, come detto, avrà un peso decisivo l’indirizzo che verrà espresso stasera dal Consiglio comunale di Borgo San Dalmazzo. La posizione che trapela è di contrarietà: già in campagna elettorale, la scorsa primavera, l’attuale sindaca Roberta Robbione aveva parlato di “progetto sovradimensionato”, e ad oggi la sua posizione non è cambiata. In più, l’amministrazione borgarina mette sul tavolo il contributo già fornito dalla città nei quasi trent’anni di apertura della discarica di San Nicolao (dal 1982 al 2009): “In tema di rifiuti Borgo ha già dato”, questa, in estrema sintesi, la posizione espressa.
 
Una posizione che la maggioranza di Roberta Robbione dovrebbe formalizzare, salvo sorprese, durante il Consiglio comunale di stasera. Una posizione che, secondo quanto emerso ieri, dovrebbe diventare decisiva nell’indirizzare le decisioni dell’assemblea Acsr-CEC di domani, ponendo la parola “fine” al progetto per il biodigestore. La partita dei rifiuti, però, non si concluderà: nel momento in cui dovesse essere ufficializzata la rinuncia ai fondi PNRR, allora potrebbe diventare concreta l’ipotesi emersa nei giorni scorsi. Lo ha confermato anche Patrizia Manassero, sebbene si parli di uno studio "in stato embrionale": si tratta di uno studio di fattibilità risalente al 2010 per il potenziamento dell’impianto di cogenerazione collegato al depuratore Acda di Basse San Sebastiano a Cuneo. Oggi per la produzione di energia elettrica viene utilizzato il gas generato dai fanghi: lo studio ipotizza l’utilizzo dei rifiuti organici e l’impianto, secondo quanto risulta, sarebbe dimensionato per il fabbisogno del bacino Acsr. Una soluzione rimasta per anni nei cassetti di Acda, che potrebbe però tornare d’attualità da domani in poi.

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