Il metodo biologico, come noto, è un processo produttivo certificato e garantito all’interno dell’azienda. Questo processo è controllato dall’ente che segue, analizza la produzione e rilascia il documento giustificativo con la certificazione biologica. L’ente a sua volta è controllato dalla Regione Piemonte. L’azienda inoltre può a sua volta essere controllato dai NAS o/e repressione frodi: è evidente che la produzione biologica sia davvero costantemente monitorata. Esiste però, il rischio dell’effetto di deriva dei produttori convenzionali confinanti i limiti aziendali, di cui l’imprenditore biologico non può avere responsabilità né controllo sull’attività del collega.
Secondo la normativa, la soglia limite di sostanze di sintesi che considera conforme la produzione biologica è di 0,01 mg/kg e i controlli – sostiene la Confederazione - devono essere tali da capire se le tracce trovate siano effetto di sola deriva oppure percentuali di fitosanitari utilizzati intenzionalmente per trattamenti non consentiti (nel caso, la posizione della Cia è di ferma condanna per le violazioni di legge).
La Cia di Cuneo ritiene che non si può penalizzare un produttore biologico che ottempera i propri doveri e obblighi e non si rende personalmente responsabile di violazioni, ma subisce non intenzionalmente l’effetto dell’attività di imprenditori confinanti (derive). Commenta il presidente provinciale Cia Cuneo Claudio Conterno: “Il comparto del biologico è di grande importanza e mostra una crescita rilevante anche sulla nostra provincia. Non dimentichiamo che tra le cose più importanti di chi acquisisce il metodo biologico, in modo corretto, è quello di avere una conoscenza e particolare attenzione sia per i trattamenti fitofarmaci che per l’andamento della campagna e della natura stessa. Questo delinea una sensibilità maggiore rispetto a chi utilizza il metodo convenzionale. Per questo, occorrono particolari misure di prevenzione e attenzione sui controlli, in quanto le sostanze di sintesi utilizzate nel metodo convenzionale sono volatili con raggio di azione di centinaia di metri. In caso di deriva, di chi è la responsabilità? Quali misure sono adottate sulle produzioni convenzionali? I produttori biologici in regola con i propri doveri ma che subiscono gli effetti di pratiche convenzionali di altri, su chi si devono rivalere? La Cia chiede risposte adeguate per tutelare gli associati biologici, promotori di uno sviluppo fondamentale per il nostro territorio”.
La Cia ricorda che anche per il metodo convenzionale sono obbligatori la tenuta del Registro dei Trattamenti (il cosiddetto “Quaderno di campagna”) e il rispetto dell’utilizzo corretto dei prodotti fitosanitari impiegati.