Non si farà il parco fotovoltaico nell’area adiacente all’ex stabilimento Italcementi di Borgo San Dalmazzo. È questa la principale notizia emersa durante il Consiglio comunale di venerdì 21 aprile. A proporre
un’interrogazione sul tema era stato il gruppo di minoranza “Borgo per Tutti”, che aveva chiesto aggiornamenti sul
progetto presentato nel mese di marzo del 2022 dall’amministrazione Beretta, con l’accordo preliminare firmato dal Comune con Italgen, società nata come “costola” di Italcementi e oggi proprietaria dei terreni.
Il parco fotovoltaico avrebbe dovuto sorgere come detto nell’area adiacente a quella occupata dall’ex cementificio: il 70% di questo terreno avrebbe dovuto essere occupato dai pannelli, il restante 30% (25.600 mq), situato lungo la sponda del torrente Gesso, ceduto gratuitamente al Comune per la realizzazione di una zona verde. In più al Comune avrebbe dovuto andare, a titolo di compensazione, una somma di circa 90 mila euro da investire per la realizzazione di una centralina idroelettrica nei pressi dell’ex Mulino Gione.
Già da allora, però, era sorto un possibile ostacolo alla realizzazione del progetto, rappresentato dai vincoli urbanistici cui è sottoposto il terreno, ritenuto non idoneo ad ospitare impianti fotovoltaici a terra in particolare per la classificazione ad alto rischio idrogeologico, con il torrente che scorre a poche decine di metri di distanza. A questo proposito il Comune ha commissionato in questi mesi una perizia, condotta dallo studio Anselmo Associati di Chieri sulla base dei dati e delle ortofoto realizzate dalla CGR Spa di Parma.
Nel documento firmato dalla sindaca Roberta Robbione e dall’assessore all’Urbanistica Francesco Rosato, in risposta all’interrogazione di “Borgo per Tutti”, si riportano le conclusioni della perizia: “In conclusione, per l’area oggetto di interesse, i risultati ottenuti nell’ambito del presente studio confermano le limitazioni all’utilizzazione urbanistica vigenti”. Tradotto: una conferma della classificazione ad alto rischio idrogeologico dei terreni.
“Viste le risultanze dello studio - si legge nel documento firmato da Robbione e Rosato - l’amministrazione non può far altro che prendere atto della conferma della classe di rischio e quindi delle limitazioni all’utilizzazione urbanistica della zona di proprietà Italgen". Insomma, per quanto riguarda l’amministrazione il progetto e i confronti con la società proprietaria dei terreni si fermano qui.
Una risposta che non ha soddisfatto il gruppo “Borgo per Tutti”, che aveva presentato l’interrogazione con i suoi consiglieri Pierpaolo Varrone, Luisa Giorda e Luca Basteris. “Chiudendo il confronto con Italgen Borgo perde un'opportunità di bonificare l'area dell'ex-Italcementi. Perché limitarsi a confermare il vincolo idrogeologico senza provare a percorrere la strada ‘impianto fotovoltaico-bonifica’ come binomio vincente per la riqualificazione del territorio?”, si legge in un post pubblicato sui canali social del gruppo di minoranza borgarino.