CUNEO - Braccianti, ci scrive un lettore: "È importante che chi lavora abbia un posto dignitoso per vivere"

La lettera alla vigilia dell'inizio della stagione della raccolta di frutta: "Bisogna smetterla con l'ipocrisia"

Redazione 12/05/2021 13:42

Riceviamo e pubblichiamo.
 
Gentile direttore,
 
come ogni anno sta per iniziare la campagna di raccolta di frutta e verdura nelle nostre campagne. E' piacevole avere sulle nostre tavole prodotti freschi e soprattutto ad un prezzo contenuto ma questa immagine tutto sommato serena nasconde o meglio tenta di nascondere una realtà brutta.
 
Dietro i prodotti c'è il lavoro oscuro e spesso al limite della schiavitù degli immigrati. Una realtà di sfruttamento e di illegalità che riguarda ogni parte del paese. Anche nella nostra provincia il quadro è drammatico. Se è il lavoro degli immigrati a produrre il nostro cibo, quello stesso lavoro scompare dalla vista nella narrazione ufficiale. Le polemiche a Cuneo lo scorso anno traevano spunto proprio da qui.
 
Si chiamano lavoratori per la raccolta ma non ci si preoccupa di dove potranno dormire, lavarsi, riposare, mangiare. Siamo vigili rispetto ai nostri diritti ma volgiamo lo sguardo quando sotto i nostri occhi sfilano sfruttamento, caporalato, lavoro grigio e nero.
 
Sembra di risentire in un cupo sottofondo le parole di Max Frisch: "Cercavamo braccia, sono arrivati uomini". E sono proprio uomini quelli che vengono a lavorare per noi; non mettono in pericolo il nostro stare bene ma ne sono la condizione necessaria.
 
Quest'anno si è ancora in tempo. E' importante che chi lavora abbia un posto dignitoso per vivere, che non sia costretto ad accamparsi o a dormire all'aperto. I datori di lavoro e le istituzioni devono fare la loro parte ma anche tutti noi siamo chiamati a recuperare la nostra umanità.
 
Dobbiamo smetterla con l'ipocrisia di chi costringe i lavoratori immigrati a condizioni di vita disumane per poi prendere questo a pretesto per disprezzarli.
I problemi di "ordine pubblico" si creano quando esseri umani sono costretti a vivere in modo disumano per produrre ricchezza per noi e questo è quanto è successo lo scorso anno e che non si deve più ripetere.
 
Gino Bertone

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