CUNEO - Bufera sulla Santanchè dopo Report, anche Lega e Forza Italia vogliono chiarimenti

“Pronta a riferire in aula” replica il ministro, nell’occhio del ciclone per presunte irregolarità nei conti delle sue aziende e nei rapporti con i dipendenti

Andrea Cascioli 24/06/2023 16:55

Il paradosso è che non più tardi di un mese fa, a Cuneo, era stata proprio lei a richiamare all’ordine gli imprenditori, invitandoli a domandarsi perché in molti settori manchino addetti: “Non credo che i nostri giovani non abbiano voglia di lavorare, anzi penso che abbiano molta voglia di lavorare. Ma dobbiamo dargli le giuste condizioni”.
 
Parole che Daniela Santanchè, da ministro del Turismo, aveva rivolto alla platea del convegno organizzato da Fratelli d’Italia al Centro Incontri della Provincia, con amministratori e operatori del settore outdoor. Ora però è lei a finire sulla graticola per le presunte irregolarità nei rapporti lavorativi di Visibilia e Ki Group, le due società che la “pitonessa” ha gestito in veste di imprenditrice. Tutto parte dal servizio di Report, mandato in onda nell’ultima puntata della trasmissione di Raitre, sugli affari del ministro cuneese. Nell’inchiesta si parla di dipendenti messi in cassa integrazione nel periodo Covid a loro insaputa, dal momento che avevano continuato regolarmente a lavorare. Ma anche di debiti e di scatole cinesi ideate apposta per “travasare” i soldi da una società all’altra, a spese di fornitori e soci di minoranza.
 
Visibilia è la storica agenzia di comunicazione della Santanchè, divenuta nell’ultimo decennio editore con l’acquisto di tabloid come Novella 2000 e Visto. A questa “galassia” fanno capo cinque diverse società (Visibilia editore holding, Visibilia editore spa, Visibilia srl, Visibilia editrice srl e Visibilia concessionaria) di cui il ministro è stata socia di maggioranza fino al 2022. L’altra azienda, Ki Group, è attiva nel settore della distribuzione e produzione di alimenti biologici e naturali. Entrambe navigano da tempo in cattive acque, tant’è che la Visibilia srl, concessionaria della pubblicità per i giornali, è finita in liquidazione: nelle due consulenze richieste dalla Procura di Milano il perito parla di “una situazione paradossale”, chiedendosi “come sia stato possibile, per una conferente con un patrimonio netto negativo di oltre 8 milioni di euro, trasferire un ramo d’azienda valutato positivamente”. Si fa menzione di “irregolarità accertate con riferimento a crediti per fatture da emettere, crediti per note di credito da ricevere e crediti finanziari verso terzi”, nonché di “ulteriori irregolarità estremamente significative, consistenti nella mancata svalutazione dei crediti verso clienti”. In uno sfondo altrettanto opaco si inquadra la questione della cassa integrazione, emersa dopo la denuncia di un ex dipendente a Report: almeno fino a novembre 2021 alcuni impiegati sarebbero stati messi formalmente in “cassa” a zero ore, nonostante continuassero a lavorare a orario pieno. Il problema era noto a Dimitri Kunz, ex compagno della Santanchè, subentrato ai vertici aziendali a fine 2021. Dopo varie richieste di chiarimento i manager avrebbero risposto al dipendente di stare in silenzio.
 
Il caso sollevato dalla trasmissione d’inchiesta entra nella carne viva della maggioranza e solleva distinguo anche nel centrodestra, con la Lega che ha invitato formalmente il ministro a dare spiegazioni in Parlamento. Lo ha chiesto Riccardo Molinari, leader del Carroccio in Piemonte e capogruppo alla Camera: “I processi non si fanno in televisione - puntualizza - aspettiamo che venga in aula a spiegare”. Parole a cui ha fatto eco, qualche ora dopo, il vice presidente della Camera ed esponente di Forza Italia, Giorgio Mulè: “È giusto che lei spieghi i contorni della vicenda affinché non ci siano dubbi, è giusto che la chiarisca, in Parlamento o in tv, contribuendo ad eliminare qualunque possibile velo di incertezza”. Una presa di posizione, quella di Lega e di una parte degli azzurri, in linea con quanto chiedono tutte le opposizioni. Dall’Alleanza Verdi e Sinistra (che lancia anche una petizione per le dimissioni della ministra) fino al Pd e Azione, passando per il Movimento Cinque Stelle, la richiesta è sempre la stessa: si presenti in aula, oppure si dimetta. Unica voce fuori dal coro quella di Matteo Renzi: “Personalmente non attacco su questo - osserva il leader di Iv - ma attacco sul Mes. Perché il Mes è politica, questa è una vicenda che non è politica. Non guardate alla Santanchè, a Pini, il problema è nel governo”.
 
Alla fine la risposta è arrivata, poco fa, a margine di un evento a Ischia: “Nella mia vita ci ho sempre messo la faccia, - ha esordito Santanchè - per cui se sarà formalizzata la richiesta in Parlamento sono pronta ad andare a riferire”. Un’apertura influenzata senza dubbio dalla presa di posizione della premier Giorgia Meloni, che dall’Austria si è detta “felice” della disponibilità a riferire in parlamento da parte del suo ministro. In Fratelli d’Italia la linea è quella della difesa, ma non ad oltranza: se qualcosa emergesse al di là delle inchieste giornalistiche, la richiesta di dimissioni potrebbe diventare un’opzione concreta. Con risvolti ancora tutti da valutare anche sul piano locale. Manca appena un anno alle regionali in Piemonte e il nome di Massimo Garnero, fratello della Santanchè e capogruppo della fiamma a Cuneo, è circolato con insistenza tra quelli che potrebbero inserirsi nel cosiddetto “listino”, ovvero i consiglieri che - in caso di vittoria del centrodestra - si troverebbero eletti in Regione senza passare per la prova del fuoco delle preferenze.

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