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Per quanto riguarda i dilettanti, sarà difficile riprendere senza un vaccino, il rischio zero non ci sarà a settembre, ottobre o novembre”. Lo ha detto il presidente della commissione antidoping Figc e membro della commissione medica Figc,
Giuseppe Capua,
ai microfoni di Sportmediaset. Dichiarazioni che mettono in allarme il mondo del calcio dilettantistico, una realtà che in Piemonte coinvolte più di 600 società e circa 70 mila tesserati tra giocatori, tecnici e dirigenti.
Se per la stagione in corso il comitato Piemonte e Valle d’Aosta della Lega Nazionale Dilettanti
aveva già gettato la spugna constatando l’impossibilità oggettiva di portare a termine i campionati, nei giorni scorsi erano iniziate le riflessioni sul futuro, sulla gestione di promozioni e retrocessioni e su eventuali
nuove riforme da introdurre per sostenere le società che si troveranno ad affrontare un momento di grande crisi economica.
Le dichiarazioni di Capua, però, gettano una gigantesca ombra sul futuro del calcio dilettantistico, un mondo che rischia di essere sostanzialmente condannato a morte se davvero la ripartenza sarà consentita solo in presenza di un vaccino per il Covid-19.