CUNEO - Calderoni contro Robaldo, guerra aperta sulle nomine Asl: “Sconcertante campanilismo”

Il presidente della Provincia aveva criticato le scelte dell’ente. Pronta la replica dem: “La politica si occupi della qualità del servizio, non delle nomine”

Andrea Cascioli 05/02/2025 18:15

“Lungi da noi porre argomentazioni di natura campanilistica” avevano premesso i tre sindaci del Monregalese, commentando - in maniera critica - le nomine dei capi dipartimento dell’Asl Cn1 nel territorio. “Sconcertanti dichiarazioni campanilistiche” ribatte invece il consigliere regionale del Partito Democratico Mauro Calderoni, inviando l’ennesimo “siluro” al presidente della Provincia.
 
La questione sollevata da Luca Robaldo, in veste di sindaco di Mondovì, insieme ai colleghi di Ceva Fabio Mottinelli e di Monastero Vasco Franco Boscio (che è anche presidente del comitato dei sindaci del distretto sanitario), riguardava l’asserita marginalizzazione dei medici locali nelle scelte: “Su 9 dipartimenti in cui è suddivisa l'Asl solo 2 sono diretti da professionisti provenienti dalla nostra area di riferimento” fanno notare gli amministratori, chiedendo conto della cosa al direttore generale dell’ente Giuseppe Guerra.
 
Le dichiarazioni di Robaldo, interviene Calderoni, “rischiano di alimentare un dibattito basato su logiche campanilistiche, piuttosto che su criteri di competenza e qualità del servizio sanitario. Mettere in discussione la legittimità di nomine che spettano alla direzione generale dell’Asl è già di per sé un atteggiamento che indebolisce la credibilità del sistema sanitario stesso, ma farlo sulla base di campanilismi denota una grande povertà di visione politica. Le istituzioni locali, in particolare chi ricopre ruoli di grande responsabilità come un presidente di Provincia, dovrebbero impegnarsi per garantire ai cittadini una sanità efficiente e di qualità, indipendentemente dalla sede di lavoro o dal luogo di origine dei dirigenti nominati. La vera priorità deve essere l’accesso alle cure e il miglioramento dei servizi sanitari, non la distribuzione degli incarichi su base territoriale”.
 
Parole dure in un clima di scontro ormai aperto tra il centrosinistra e il presidente di estrazione costiana, sempre più orientato a saldare l’alleanza tra il suo Patto Civico e il centrodestra. I dem avevano sperato, prima delle elezioni provinciali, nella possibilità di riproporre in corso Nizza una coalizione “modello Draghi” (tutti dentro, tranne Fratelli d’Italia). Ma i segnali inviati da Robaldo vanno in direzione opposta, in attesa dell’attribuzione delle deleghe e della nomina del vicepresidente, cui dovrebbe essere designato appunto un esponente della lista di centrodestra Ripartiamo dalla Granda.

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