CUNEO - Cambiamenti climatici, l'appello dell'Anbi Piemonte: "Prioritario costruire nuovi bacini di accumulo"

Ieri il convegno organizzato presso il Grattacielo della Regione. Il presidente Viora: "Assicurare acqua all’agricoltura è fondamentale per garantire cibo ai cittadini"

22/01/2025 08:33

Venti mila km di canali per 500mila ettari di terreni agricoli, e 56 invasi già in uso capaci di stoccare per 350 milioni di acqua. Il sistema irriguo del Piemonte rappresenta un esempio di eccellenza nella gestione delle risorse idriche, essenziale per supportare l’agricoltura regionale e affrontare le sfide del cambiamento climatico. è quanto emerso nel corso della conferenza stampa “Il cambiamento climatico e il futuro dell’agricoltura italiana: il ruolo dei consorzi bonifica”, organizzata da ANBI Piemonte (Associazione nazionale consorzi gestione e tutela del territorio e acque irrigue), che ha fotografato la comunione d’intenti tra l’assessore all’agricoltura della Regione Piemonte, Paolo Bongioanni, il presidente ANBI Vittorio Viora il vicepresidente commissione agricoltura Giorgio Maria Bergesio. 
 
La conferenza stampa, che si è svolta ieri presso la Sala Trasparenza del Grattacielo della Regione, ha avuto lo scopo di sottolineare il ruolo dei consorzi irrigui e di bonifica nell’adattamento e nella mitigazione degli effetti del cambiamento climatico, con un focus sugli investimenti nel sistema irriguo regionale e sulle strategie di sostenibilità per il futuro.
 
Assicurare acqua all’agricoltura è fondamentale per garantire cibo ai cittadini, in un contesto nel quale i cambiamenti climatici richiedono interventi strategici e sostenibili - ha dichiarato il presidente di ANBI Piemonte Vittorio Viora - . La costruzione di nuovi bacini di accumulo è una priorità per fronteggiare la siccità e regolare le risorse idriche in modo efficiente. È essenziale inoltre contemperare le regole sul deflusso ecologico con le necessità produttive, riconoscendo il ruolo centrale dell’agricoltura nella sicurezza alimentare globale. Solo attraverso un approccio integrato, che includa innovazione tecnologica e investimenti mirati, potremo garantire un’agricoltura resiliente e un uso responsabile delle risorse idriche, a beneficio delle comunità e dell’ambiente”.
 
Nel corso dell’incontro il presidente di ANBI Piemonte Vittorio Viora, l’assessore regionale all’Agricoltura Paolo Bongioanni, il direttore di ANBI Piemonte Mario Fossati e il vicepresidente della Commissione Attività Produttive del Senato Giorgio Maria Bergesio hanno presentato i dati fondamentali: il sistema irriguo piemontese conta su oltre 20.000 km di canali che forniscono acqua a 500.000 ettari di terreni agricoli. Negli ultimi cinque anni, sono stati investiti 500 milioni di euro in nuove infrastrutture e manutenzioni straordinarie. Inoltre, il Po, con un volume annuo di 14,5 miliardi di m³, è una risorsa cruciale per il territorio, pur evidenziando una portata variabile dovuta agli impatti climatici.
 
I consorzi, attraverso l’uso di tecnologie avanzate quali la digitalizzazione delle reti irrigue, hanno migliorato l’efficienza dell’utilizzo idrico, riducendo le perdite e ottimizzando le risorse. Durante l’evento è stato ribadito l’impegno di ANBI nella promozione di politiche integrate, che includano la creazione di nuovi bacini di accumulo e interventi di rinaturalizzazione, per garantire lo sviluppo di un’agricoltura resiliente, capace di affrontare le sfide climatiche e di tutelare il territorio.
 
Investire in infrastrutture moderne è indispensabile per affrontare i cambiamenti climatici e garantire sicurezza idrica all’agricoltura, settore strategico per l’economia e la sicurezza alimentare", ha dichiarato il senatore Giorgio Bergesio, vicepresidente ANBI Piemonte: "Il mio impegno a livello legislativo è volto a promuovere tutte le opportunità per attivare risorse utili al settore e a garantire che le normative sul deflusso ecologico bilancino la tutela ambientale con le esigenze produttive, senza penalizzare chi lavora per sfamare il pianeta. Il Governo e il Parlamento hanno agito con determinazione: con l’approvazione e la pubblicazione del decreto siccità, nel giugno 2023, sono state introdotte misure fondamentali per aumentare i volumi idrici invasati, semplificare le procedure per la realizzazione di infrastrutture, ridurre le dispersioni, promuovere il riutilizzo delle acque reflue a fini irrigui e agevolare la gestione delle terre e rocce da scavo per la costruzione di nuovi bacini idrici. Inoltre, abbiamo istituito una cabina di regia presso la Presidenza del Consiglio, presieduta da un Commissario straordinario, incaricato di adottare interventi urgenti per affrontare la scarsità idrica. Da questo provvedimento è nato il Piano Nazionale di Interventi Infrastrutturali e per la Sicurezza del Settore Idrico (PNISSI). Il primo bando ha visto la presentazione di 562 richieste di finanziamento per un valore complessivo di oltre 13,5 miliardi di euro; 418 progetti sono stati giudicati positivamente, con un primo stralcio di finanziamenti di 900 milioni di euro nel 2024. Grazie alla recente Legge di Bilancio ulteriori 750 milioni di euro sono stati stanziati e saranno disponibili nei prossimi anni”.
 
L’assessore regionale all’agricoltura Paolo Bongioanni ha chiarito l’orientamento della Regione Piemonte in materia di gestione delle acque e di politiche irrigue: “L’estrema attualità delle sfide climatiche ha reso per il sistema Piemonte più che mai necessario, opportuno e obbligato andare a vedere e decidere come dovremo gestire nei prossimi anni una risorsa fondamentale come quella idrica. Ho avviato il confronto con regioni vicine come la Lombardia e il Veneto, che adottano sistemi di gestione diversi da quello vigente in Piemonte: dobbiamo imparare da altre regioni che sono partite prima di noi e, per la gestione dell’acqua, hanno messo a punto altre forme di governance. È un percorso da scrivere insieme per studiare e poi adottare l’impostazione più efficace per il nostro territorio. La riorganizzazione del sistema irriguo e dei consorzi del Piemonte è una riforma che dobbiamo intraprendere per consegnare all’agricoltura piemontese, e non solo, un modello che sia competitivo per i prossimi anni. Il percorso deve fondarsi su tre pilastri: l’ottimizzazione, la razionalizzazione, l’innovazione e digitalizzazione. L’obiettivo è riuscire a intercettare sempre maggiori risorse verso il Piemonte. E questo vale per tutti i comparti dell’agricoltura, come abbiamo visto con i due bandi dei Distretti del cibo recentemente premiati dal Masaf, grazie ai quali il Piemonte ha ricevuto il maggior contributo a livello nazionale. Gli uffici stanno completando il lavoro di analisi sul Piano invasi, e affronteremo il problema del flusso ecologico in irrigazione che abbiamo dovuto gestire in emergenza nella zona risicola della Baraggia. Insieme all’assessore all’Ambiente Matteo Marnati e al direttore Angelo Robotto, ha concluso Bongioanni, dobbiamo confrontarci con normative europee che vanno rispettate ma che non sono scritte per l’orografia e morfologia del Piemonte. La riorganizzazione del sistema idrico è comunque un obbligo che dobbiamo ai piemontesi”.
 

c.s.

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