La sicurezza nel quartiere Cuneo Centro è tornata a far discutere il Consiglio Comunale del capoluogo. Ben tre le interpellanze sull’argomento che hanno trovato spazio nella seduta di lunedì 12 settembre (accorpate dal presidente dell’assemblea cittadina Marco Vernetti n.d.r.). Pur con diverse chiavi di lettura, da destra - Noemi Mallone e Massimo Garnero di Fratelli d’Italia - e da sinistra - Luciana Toselli di Cuneo per i Beni Comuni - sono arrivate all’attenzione dell’amministrazione comunale le preoccupazioni delle minoranze, alle quali maggioranza e Giunta si sono dimostrate tutt’altro che sorde. Il dibattito ha registrato toni composti e proattivi nel trovare una soluzione alle diverse problematiche che attanagliano le vie limitrofe alla stazione ferroviaria, tanto che la sindaca Patrizia Manassero ha elogiato la partecipazione dei consiglieri, indipendentemente dall’appartenenza politica. Un clima sottolineato anche dall’ex candidato sindaco del centrodestra, Franco Civallero: “Mettersi muso contro muso non porta da nessuna parte”.
Una delle novità sostanziali sul tema rispetto a quanto già sviscerato nei mesi scorsi è la volontà dell’amministrazione di introdurre anche a Cuneo, sul modello di quanto fatto in altri Comuni italiani, un Osservatorio Partecipato di Pubblica Sicurezza, di cui verrà proposta la formazione in un’apposita commissione. A darne notizia è stata l’assessora Cristina Clerico, titolare della delega alla Polizia Municipale. “Il tema principale è il degrado sociale che caratterizza la zona - ha detto l’esponente della Giunta -. Molti interventi sono già in atto”. La Clerico ha ricordato l’aumento dei servizi interforze coordinati dalla Questura e i controlli sulle attività commerciali. Tra i provvedimenti presi dal Questore Nicola Parisi, la chiusura di un esercizio commerciale in via Silvio Pellico, ai sensi dell’articolo 100 del Testo Unico di Pubblica Sicurezza. Sul tema il capogruppo di Indipendenti, Giancarlo Boselli - che ha ribadito la richiesta alla presidenza di convocare un Consiglio comunale aperto sul tema - ha chiesto maggiore incisività: “Lei (Manassero n.d.r.) ha il potere di togliere le licenze ai locali nati come minimarket e che si sono trasformati in altro, rendendo la vita impossibile ai residenti”.
Nelle scorse settimane la sindaca ha firmato un'ordinanza che vieta il consumo di bevande alcoliche e superalcoliche e la loro vendita da asporto su area pubblica - e assoggettata ad uso pubblico - nel quartiere, sul modello di un provvedimento già firmato dal predecessore Federico Borgna l’anno scorso.
Dal dibattito è emerso un cambiamento della popolazione che frequenta l’area. Non ci sono, come avveniva fino a qualche tempo fa, braccianti della frutta: “Che - ha detto la Manassero - dormono in strutture adeguate e hanno avuto risposte dai servizi competenti”, ma persone che non lavorano e vivono un forte disagio, debordando sovente in comportamenti fuori dalla legge. “Stanno aumentando aggressioni, atti di molestia e risse - ha detto ancora Boselli -. Si sta anche rafforzando la presenza della criminalità organizzata, oltre alla diffusione di una droga pesante: il crack”.
Una delle proposte formulate da un’altra ex candidata sindaco, Luciana Toselli, è stata quella di inserire educatori e operatori socio-sanitari in strada di modo da lavorare sul recupero “di chi cerca nell’uso di droghe e alcolici una risposta al proprio disagio”. Alcuni, secondo Erio Ambrosino (PD), sono “difficilmente recuperabili”, in quanto spacciano e assumono sostanze e rifiutano l’auto degli operatori che lavorano nel quartiere.
Nel corso del dibattito l’assessora Clerico ha comunicato il dato fornito dalla Questura in merito ai controlli effettuati sull’immigrazione clandestina: negli ultimi due mesi, su 312 identificazioni sono stati soltanto tre i cittadini irregolari individuati dalle forze dell’ordine. Segno che il disagio che sta vivendo l’area ha altre radici, come sintetizzato dal ‘solito’ Boselli: "Qualcuno sottilizza sul colore della pelle, ma quelli che danno problemi sono tutti bianchi e quasi tutti italiani”.
Le conclusioni sono toccate alla prima cittadina, che con pragmatismo ha affermato: “Non c’è una soluzione pronta nel cassetto”. Rispetto al passato, data anche la variazione del tessuto sociale, c’è stato un cambio di passo: “Di sicuro le risposte passano per gli interventi di ordine pubblico e di carattere sociale: non possono esistere solo gli uni o solo gli altri - ha chiosato la Manassero -. Abbiamo provato a fare solo i secondi, ma non è stato sufficiente. Oggi stanno arrivando i primi risultati per gli interventi svolti, tuttavia c’è ancora molto da fare”.