È diventato un caso l’annullamento della visita tecnica al cantiere del tunnel di Tenda, prevista in origine per la giornata di domani, venerdì 26.
La visita avrebbe dovuto costituire il “clou” del convegno sui 150 anni dall’inizio della costruzione della galleria, in corso al Centro Incontri della Provincia di Cuneo. L’evento è organizzato dall’associazione Geam con il patrocinio dell’Accademia delle Scienze, del Politecnico di Torino e della Provincia: alla platea, composta da ingegneri e tecnici qualificati, si voleva consentire di “toccare con mano” gli avanzamenti sul cantiere di Edilmaco. Questo, almeno, fino al tardo pomeriggio di mercoledì, quando è arrivata la comunicazione di Anas: tutto cancellato.
L’ente per le infrastrutture stradali giustifica così la decisione: “Anas ha sempre garantito accesso alle aree di cantiere. Le lavorazioni in corso, in vista del prossimo completamento dello scavo della nuova canna, non consentono l’accesso alle aree di cantiere per il 26 maggio, per motivi di sicurezza”.
Eppure c’è chi ipotizza che dietro allo stop ci siano altre ragioni. Aprendo i lavori del convegno di Cuneo, il coordinatore Sebastiano Pelizza, docente emerito del Politecnico di Torino e tra i massimi esperti italiani sul tema della costruzione di gallerie, ha affermato: “Ci sono motivi superiori, che io condivido, perché proprio nei giorni scorsi si è creato un brutto clima in un momento delicato”. Quale sarebbe l’origine di questo “brutto clima”? Alcune osservazioni critiche comparse di recente sui giornali in merito ai ritardi dei lavori, parrebbe. Osservazioni che il professore - bontà sua - definisce “ben scritte” ma che derubrica a “un capriccio da bambino di cinque anni”. Giacché siamo a parlare di trasporti, verrebbe da citare il classico avviso apposto sugli autobus: “Si prega di non disturbare il conducente”.
Da parte nostra vogliamo credere che le ragioni del dietrofront sulla visita siano proprio - e soltanto - quelle indicate da Anas nella nota ufficiale e non quelle che abbiamo ascoltato stamattina in una sede qualificata. Se così non fosse, toccherebbe prendere atto che davvero di capricci infantili si tratta, ma da parte di chi pretende che l’informazione applauda dal loggione insieme alla
claque, senza fare domande. Le criticità evidenziate sui mezzi di stampa sono le medesime che vari rappresentanti delle istituzioni -
la sindaca di Roccavione Germana Avena, per esempio - hanno additato non certo per amor di polemica, ma perché vigilare sull’avanzamento dei lavori e segnalare possibili intoppi è quel che ci si attende sia dalla stampa che dalle istituzioni. Specie in una provincia che sul tema delle infrastrutture, tunnel di Tenda compreso, ne ha già viste e sentite di tutti i colori. Se come annunciato i lavori si concluderanno il prossimo ottobre, si può star certi che saremo in prima fila ad applaudire - e come cittadini, per inciso, non chiediamo di meglio. Fino ad allora ci rifacciamo alla saggezza popolare condensata nel detto lombardo
“ofelè fa el to mesté”: i giornalisti facciano i giornalisti e i costruttori facciano i costruttori.