“Capiamo il disappunto dei parenti per le varie restrizioni, ma esistono delle precise disposizioni alle quali non possiamo sottrarci. In più dobbiamo considerare che l’epidemia non è ancora finita”: è quanto ha risposto l’assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi all’interrogazione di Maurizio Marello (Pd) sugli indirizzi nelle Residenze sanitarie assistenziali, comprese le case di risposo.
Nell’atto ispettivo, Marello, pur comprendendo la giusta prudenza per evitare nuovi focolai di contagio, si diceva preoccupato anche per la condizione psicologica dei degenti, “che ormai si vedono isolati dal mondo e dagli affetti più cari”.
“È giusto considerare i disagi, ma neanche i maggiori esperti sono in grado di fornire certezze. La Regione, alla luce delle indicazioni del Ministero della Salute e dell’Istituto superiore di Sanità, deve assumere decisioni di indirizzo sulla base dei dati epidemiologici del territorio. I responsabili delle strutture sanitarie pubbliche e private agiscono invece sulla base della conoscenza delle specifiche situazioni”, ha aggiunto Icardi, ribadendo come “sulle Rsa si siano dette e scritte anche tante cose non vere”.
Icardi ha poi spiegato che gli indirizzi non sono legge, per cui possono essere interpretate e adottate a seconda delle specifiche necessità, dopo la valutazione del rapporto rischio-beneficio. “Siamo consapevoli dei disagi, che dovremmo tutti comprendere: non sono fine a sé stessi, ma hanno lo scopo di ridurre il rischio di infezione dei nostri anziani, e saremo i primi, non appena si disporrà di qualche certezza in più, a proporre la riduzione delle misure di protezione”, ha concluso.