Continuano le difficoltà all'interno del carcere cuneese. Nel pomeriggio del 9 gennaio una nuova rissa si è scatenata tra due detenuti e ha richiesto l'intervento delle guardie in servizio.
Un agente è stato ferito. Ѐ soltanto di poche settimane fa la notizia di una rivolta scoppiata sempre all'interno del penitenziario di Cerialdo:
“Il problema del carcere in questione è diventato serio e incontrollato, non è presente una direzione efficiente e i detenuti sono completamente isolati a causa della pandemia” osservano gli esponenti cuneesi del movimento radicale.
Filippo Blengino, segretario dell'Associazione Radicali Cuneo-Gianfranco Donadei, sottolinea in proposito: “Certo, la situazione è preoccupante, come denuncia l'Osapp, ma non solo per i poliziotti penitenziari, costretti a lavorare in condizioni difficili. La violenza mai è giustificata, ma lo Stato deve prevenire situazioni di tensione”. Il Covid, accusa Blengino, “ha isolato totalmente i detenuti in carceri che, da sempre, puniscono e non rieducano, isolano e non reintegrano”.
L'intervento dello Stato serve eccome, conclude, “ma non a potenziare gli agenti, per lo meno non solo, ma a depenalizzare alcuni reati, come quelli legati alle droghe, a cambiare musica tramite l'amnistia e puntare maggiormente su pene alternative per i reati meno gravi. La certezza della giustizia, i tribunali disintasati, le carceri non sovraffollate ed un sistema sostenibile si ottiene con politiche razionali, umane, civili e lungimiranti”.