Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa diffuso da Coldiretti Cuneo.
Frankenstein arriva nel piatto finanziato dall’Unione europea. È inaccettabile che si finanzi con risorse pubbliche il business privato della “carne” in provetta, fatta da ottenuta dietro al quale si nascondono rilevanti interessi economici e speculazioni internazionali dirette a sconvolgere il sistema agroalimentare mondiale. È quanto denuncia Coldiretti in riferimento allo stanziamento di 2 milioni di euro concesso a due aziende olandesi impegnate nella produzione di “carne” in laboratorio da cellule in vitro. Il finanziamento è stato concesso alla Nutreco e alla Mosa Meat dove ha investito proprio anche Leonardo di Caprio. Similmente alla “creatura” del romanzo fiction gotico di Mary Shelley, la “bistecca mostruosa” nasce ottenendo dalla moltiplicazione cellulare in laboratorio combinata con fattori di crescita e sostanze compatibili con i tessuti biologici. La pandemia ha colpito anche le tasche del famoso Jack Dawson, ovvero Leonardo di Caprio, che ora ha bisogno dei soldi dei cittadini europei per la produzione di carne in provetta?
Non si tratta peraltro dell’unico episodio di personaggio pubblico che cerca di fare business con la carne finta, come dimostra il caso del magnate Bill Gates. Il supporto finanziario è stato peraltro concesso nell’ambito del programma React EU che la Commissione aveva avviato per rispondere alla crisi generata dall’emergenza Covid che ha messo in ginocchio il sistema dell’allevamento in Italia e in Europa.
“Si rischia di sostenere una abile operazione di marketing che punta a modificare stili alimentari naturali fondati sulla qualità e la tradizione – afferma Roberto Moncalvo, Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo – senza peraltro aver effettuato una reale verifica indipendente sull’impatto etico ed ambientale di queste produzioni a cui mirano un numero crescente di multinazionali solo per fare affari. L’attività di allevamento ha un ruolo fondamentale nel preservare paesaggi, territori, tradizioni e cultura poiché quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere lo spopolamento e il degrado spesso da intere generazioni. La Granda, per quanto riguarda la carne, detiene il primato in Italia nella valorizzazione delle carni da razze storiche italiane e la zootecnia riveste un ruolo di grande importanza per il tessuto economico regionale e queste azioni sono assolutamente da contrastare per evitare crisi ancora più pesanti rispetto a quanto già le nostre imprese stanno vivendo con la riduzione dei prezzi, l’impennata delle materie prime, l’aumento dei costi di trasporto e le speculazioni in atto nel settore.
“La scelta, da parte dell’UE – aggiunge Fabiano Porcu, Direttore di Coldiretti Cuneo – di sostenere società che puntano a fare concorrenza sleale sul mercato spacciando per carne prodotti ottenuti in laboratorio a cui si aggiunge oltretutto alla campagna di demonizzazione in atto per la vera carne. Una doppia tenaglia che minaccia di far chiudere le stalle con perdite di posti di lavoro e di produzioni tradizionali la cui distintività è componente strategica del Made in Italy nel mondo”.