Due bancali di scatoloni pieni di bollette di luce e gas scaricati di fronte al palazzo della Prefettura, in via Roma a Cuneo. Con questo gesto simbolico Confartigianato Cuneo ha voluto lanciare l’allarme sul tema del caro energia che sta mettendo in ginocchio migliaia di imprese in tutta Italia. Oltre un centinaio di imprenditori arrivati da tutta la provincia ha preso parte alla manifestazione che si è svolta stamattina, martedì 26 luglio. Presenti, oltre ai vertici di Confartigianato, anche diversi Sindaci della Granda.
“Più che un momento di protesta, questo è un grido d’allarme”, ha spiegato il presidente provinciale di Confartigianato Luca Crosetto: “Siamo qui per portare la voce delle nove mila imprese che rappresentiamo. Gli aumenti di luce e gas sono diventati insostenibili, fino al 150%. Il Governo è caduto, ma rimane in carica fino al 25 settembre per le attività correnti: nel prossimo decreto è assolutamente necessario intervenire concretamente per mitigare gli aumenti. Ricordiamo che il costo dell’energia per circa il 60% è composto da accise: qui si può e si deve intervenire. Il Governo si è dimesso, gli imprenditori non possono farlo: devono continuare a lavorare e a dare lavoro”.
“Come sempre la mancanza di programmazione da parte della politica viene pagata dal territorio e dalla società civile. Perdere imprese significa perdere presidi di legalità e sicurezza. Non possiamo più andare avanti senza che la politica si assuma la responsabilità di una programmazione di lunga veduta sull’energia”, ha detto Giorgio Felici, presidente regionale Confartigianato.
Presenti alla manifestazione anche Domenico Massimino, vicepresidente nazionale Confartigianato, e Daniela Biolatto, presidentessa nazionale di Donne Impresa Confartigianato. Al termine del presidio una delegazione è stata ricevuta dal Prefetto Fabrizia Triolo, che ha raccolto le istanze degli imprenditori presenti.