Case più fredde e bollette sempre più elevate. L’aumento dei costi delle risorse energetiche in seguito al conflitto in Ucraina e alla spirale inflazionistica è stato un problema che non ha escluso nessuno. Famiglie, studenti fuorisede, anziani soli, industrie, hotel e ristoranti, aziende sanitarie, tutti hanno cercato di ammortizzare la spesa adottando soluzioni alternative.
Il 15 marzo è uscito il report “Analisi sull’aumento dei costi energetici delle Aziende Sanitarie della regione Piemonte tra il 2021 e il 2022” condotto da AGENAS e presentato dall’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali. Il rapporto, utilizzando i dati dei conti economici regionali consolidati e i conti economici delle aziende piemontesi, presenta gli aumenti energetici sia a livello regionale sia analizzando le singole situazioni delle aziende ospedaliere. La spesa dell’energia in questo settore in Italia ha avuto un’incidenza media del 1,3% sul totale dei costi di produzione nel 2021. Questo numero a fine 2022 è salito raggiungendo la media del 2,3%.
Analizzando i vari ospedali e Asl nello specifico la situazione del cuneese è tra le peggiori. A livello percentuale, infatti, chi ha subito l’aumento maggiore dal 2021 al 2022 è l’azienda ospedaliera Santa Croce e Carle (+317,8%). Al secondo posto si trova l’azienda ospedaliera nazionale SS. Antonio e Biagio e Cesare Arrigo di Alessandria (+149,9%). Al terzo posto c’è l’Asl CN1 (149,4%). Ultima classificata, invece, l’Asl To5 (situata a sud della città), con un aumento solo del 19,4%.
“Da subito abbiamo tentato di mettere in piedi quelle soluzioni che nell’immediato potevano contenere i costi”, dice Tiziana Rossini, direttrice amministrativa dell’Asl CN1. In primo luogo, sono stati effettuati interventi sui frigoriferi che servono per le somministrazioni di alimenti e bevande: “Alcuni cibi e bevande non necessitano di temperature di conservazione molto basse. Ad esempio, abbiamo cercato di dare le bottigliette d’acqua a una temperatura leggermente maggiore, nel rispetto sempre della qualità, riuscendo a risparmiare”. Altri interventi sono simili a quelli effettuati da tutte le famiglie nelle case private, come la sostituzione delle lampadine con quelle a basso consumo. È stata poi portata avanti una campagna di sensibilizzazione dei dipendenti per fare in modo che avessero riguardo nello spegnere i computer, le luci, i termosifoni durante i weekend.
Accanto a queste azioni semplici e con effetto immediato, sono stati avviati interventi più impegnativi economicamente per i quali si conta di ottenere presto finanziamenti. Un esempio riguarda la centrale di raffreddamento dell’aria condizionata dell’ospedale di Mondovì, che verrà sostituita perché - avendo più di vent’anni - è particolarmente energivora. “Stiamo anche attivando una manovra finanziaria focalizzata sulla sostituzione delle automobili con quelle ibride. Si tratta di un bando dedicato ai dipartimenti di prevenzione, si tratta di quelli che - svolgendo attività sul territorio - usano di più le automobili”, aggiunge Rossini.
Tante le ipotesi future, su cui però c’è ancora un grande punto di domanda. “Si era pensato - continua la direttrice amministrativa - di creare un impianto fotovoltaico alla Villa di corso Francia, ma probabilmente non riusciremo perché non è compatibile con l’entità del finanziamento”. In generale, le opportunità offerte dai sussidi in questi mesi sono molteplici. L’Asl CN1 ha partecipato a un bando regionale per attivare interventi di riqualificazione degli edifici con cappotti, sostituzione di serramenti e revisioni di centrali termiche. “Anche nella struttura di Mondovì si è ipotizzato di fare un parco fotovoltaico a copertura dei parcheggi”, dice Tiziana Rossini: “È importare tenere conto che tutto ciò che riusciamo a migliorare può determinare un ritorno in termini di risparmio, però ha un costo iniziale che necessita di grandi finanziamenti”, conclude.
A livello regionale, la spesa sanitaria relativa ai costi energetici è cresciuta di 99.896.401 euro, toccando un aumento del +78,21%, corrispondente a un incremento pro-capite di 23,47 euro. Le utenze dell’elettricità, che rappresentano il 45,5% della spesa complessiva, hanno subito un aumento rispetto al 2021 di 52.538.137 (+102,80%), il riscaldamento, che corrisponde alla metà della spesa, è salito di 47.050.774 euro (+70,43%), il restante 4,4% rientra nelle altre utenze, cresciute del 3,14%. L’aumento regionale pro-capite, corrispondente a 23,47 euro nel 2022, si colloca leggermente al di sotto della media italiana (23,98 euro).
La prima regione per incremento dei costi è l’Umbria, seguita da Basilicata e, al terzo posto, Emilia-Romagna. Il Piemonte si colloca tredicesimo, l’ultima è la Valle d’Aosta. Per contrastare gli effetti dell’aumento dei prezzi dell’anno scorso sono stati previsti 1,6 miliardi di euro di finanziamenti per gli enti del Servizio Sanitario Nazionale. In particolare, il decreto-legge del 17 maggio 2022, ha incrementato il finanziamento esistente del Servizio Sanitario Nazionale di 200 milioni di euro. Un ulteriore provvedimento è stato introdotto con il decreto-legge del 23 settembre 2022, che ha aumentato il livello di finanziamento di 1,4 miliardi di euro. Certo è che gli interventi a breve termine sono importanti per riuscire a ottenere un risparmio immediato e tangibile. Ma, anche se ci si augura che l’impennata dei prezzi presto subisca un’inversione a u, gli interventi più strutturati e a lungo termine sono essenziali per la sostenibilità delle aziende ospedaliere italiane.