Casa di Betania è uno di quei luoghi che, vuoi per la sua posizione defilata - si trova in una traversa di corso Dante poco battuta - vuoi perché le sue porte sono chiuse da inizio secolo, è poco conosciuta da chi ha meno di trent’anni. Eppure l’imponenza e la bellezza dell’edificio hanno certamente solleticato la fantasia e la curiosità di molti giovani cuneesi che hanno percorso via Vittorio Bersezio con lo sguardo rivolto all’insù.
L’iscrizione ‘Casa di Betania’ sopra il portone d’ingresso dice qualcosa, ma non tutto. In molti ricorderanno dai tempi del catechismo che Betania era un piccolo villaggio tra Gerusalemme e Gerico, dove Gesù passava a trovare i fratelli Lazzaro (che non ha bisogno di presentazioni), Maria e Marta. Se questa nozione è importante per un buon cattolico non è sufficiente per capire la genesi del palazzo. Per questo ci viene in soccorso lo storico locale Giovanni Cerutti. Invitato stamane, martedì 10 settembre, a narrare la storia della costruzione, ha appassionato i presenti in Sala Michele Ferrero - nei locali di Confindustria -, per un annuncio legato da un filo rosso con quello che stiamo per raccontare che, pur senza virgolettato, è in gran parte farina del sacco dell’ex presidente del Consiglio comunale.
La nascita di Casa di Betania è strettamente legata alla figura di Margherita ‘Rita’ Massia, nata a Cuneo nel 1887. Fin dal 1920 alla guida delle organizzazioni femminili diocesane dell’Azione Cattolica (Unione Donne e Gioventù femminile), con decine di associazioni parrocchiali e alcune migliaia di iscritte impegnate in attività di formazione religiosa e culturale e in vari servizi caritativi e sociali. Nonostante ciò a inizio secolo ben pochi sapevano che ‘Tota’ Massia, nomignolo con cui era conosciuta, era una religiosa della Società delle Figlie del Cuore di Maria.
Di che cosa si tratta? Nato in Francia negli anni della Rivoluzione Francese (1790) ad opera di Maria Adelaide Chiampion de Cicé e del padre gesuita Padre Giuseppe Picot de Clorivière, è un istituto religioso femminile di diritto pontificio. Oggi come ieri, una caratteristica peculiare di queste suore è di non avere alcun segno distintivo nell’abito che in qualche modo possa indicare la loro professione.
Rita Massia aveva conosciuto la Societé des Filles du Coeur de Marie nel 1910, quando aveva 23 anni. Negli anni successivi entrò a farne parte, pur continuando a vivere in famiglia: fu la prima cuneese che diventò membro di questa congregazione religiosa. In seguito altre giovani seguirono il suo esempio, aderendo all’istituto grazie all’opera di sensibilizzazione svolta dalla ‘Tota’.
Nel 1929 Papa Pio XI pubblicò l’enciclica “Mens Nostra” per favorire la diffusione degli esercizi spirituali e delle giornate di ritiro spirituale. Fu leggendo le pagine vergate dal pontefice che Margherita Massia ebbe l’idea di realizzare una grande casa che, oltre a diventare la residenza comunitaria delle Figlie del Cuore di Maria di Cuneo, divenisse anche sede per attività spirituali e culturali, con possibilità di pernottamento: nacque così l’idea della Casa di Betania.
Sull’altipiano e nell’intera Diocesi, mancava un edificio con tali caratteristiche. A trasformare il progetto che era stampato nella mente illuminata di Margherita Massia fu uno dei personaggi più illustri della città di Cuneo: l’ingegner Antonio Toselli, che nel 1938 progettò Casa Betania con quattro piani fuori terra e un grande giardino tra le attuali via Bersezio, via Monsignor Peano e via Bertano. La costruzione iniziò nel medesimo anno sotto la direzione dello stesso Toselli, che nel dopoguerra diventò prima sindaco della città e poi senatore nelle fila della Democrazia Cristiana (ma questa è un’altra storia). A coadiuvare i lavori Vittorio Massia, il fratello di 'Rita' Massia, che di mestiere faceva il geometra. Per il finanziamento dell’opera, dotata di sessanta vani, alcuni saloni e una grande cappella, intervennero economicamente la Società delle Figlie del Cuore di Maria, l’Azione Cattolica diocesana, un comitato di Benefattori e la stessa Rita Massia con il suo patrimonio personale.
All’epoca l’edificio si inserì in quello che il professor Giovanni Cerutti ha definito “Il Quartiere delle Opere Cattoliche”, realizzate nel lato Gesso di Cuneo centro tra fine Ottocento e inizio del XX secolo. Tra gli edifici che sorsero nella zona in quel periodo l’Istituto Poveri Vecchi (1886), il Collegio San Tommaso (1887), la chiesa gotico-romanica del Sacro Cuore di Gesù (1895) e l’istituto Cottolengo (1905). Ancora oggi, facendo una passeggiata nel quartiere emerge la differenza rispetto al lato Stura, dove il regime fascista costruì diversi edifici in stile razionalista, dal Liceo Classico al Cinema Monviso, fino alle costruzioni lungo corso l'allora Vittorio Veneto (oggi corso IV Novembre).
La vocazione religiosa della casa fu inaugurata il 15 agosto 1940 e, nonostante l’imperversare della Seconda Guerra Mondiale, da settembre ebbero inizio le attività: corsi residenziali di esercizi spirituali, giornate di studio e di ritiro, incontri di formazione religiosa, conferenze culturali per laureati, professionisti e sacerdoti.
Così continuò per decine di anni. Il primo dicembre 1990 fu celebrato il 50esimo anniversario della Casa di Betania, che continuava ad essere sede di molte iniziative di formazione religiosa e culturale. Nel dopoguerra è stata utilizzata dall’Azione Cattolica, dal Movimento dei Focolarini, dal Centro Italiano Femminile, dai Gruppi di Rinnovamento dello Spirito, dalle Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana, dall’Associazione Imprenditori e Dirigenti Cattolici, dai Gruppi di Preghiera, dal Movimento Francescano Secolare e da tanti altri ancora.
Il calo degli iscritti ai movimenti cattolici e il declino dei corsi di esercizi spirituali e delle giornate di ritiro determinarono la chiusura di Casa di Betania nel 2000. Due anni dopo l’edificio venne ceduto a un privato che a sua volta, nel 2009, la cedette all’Unione industriale di Cuneo, per volontà del presidente Antonio Antoniotti.
Oggi, martedì 10 settembre, Confindustria Cuneo, per voce del suo leader
Mauro Gola, ha annunciato che
casa di Betania sarà, a partire dal 2021, la nuova sede degli industriali cuneesi. L’edificio riprenderà vita, anche se con fini diversi rispetto a quelli pensati dalla ‘Tota’ Massia che, ha detto Cerutti in conclusione di intervento, rivolto agli industriali: “
Vi guarda dal cielo, è contenta e vi benedice”. Terribilis est locus iste.