Si fa presto a dire “io resto a casa”. Dopo quasi sei settimane di isolamento forzato, con la prospettiva di affrontarne almeno altre due, emerge più che mai il fatto che nemmeno l’epidemia è uguale per tutti.
Chi la vive all’interno di abitazioni più piccole o meno salubri avrà senz’altro sperimentato con ben altra intensità gli effetti dei decreti governativi. Ma qual è oggi la condizione abitativa degli italiani? Se lo è chiesto
Il Sole 24 Ore in base al
rapporto ‘Gli immobili in Italia’ 2019 realizzato dall’Agenzia delle Entrate.
Dal report emerge intanto che il valore complessivo delle abitazioni di proprietà di persone fisiche, utilizzate come abitazioni principali, copre circa il 66% del totale. Quanto al costo della casa, nel 2016 un’abitazione veniva mediamente circa 162 mila euro, con un prezzo unitario di 1.385 euro per metro quadro. La superficie media di un’abitazione in Italia, calcolata come rapporto tra superficie complessiva e numero di unità abitative totali, è circa 117 mq. Nel complesso, ciascun residente ha a disposizione 67 mq in media. I numeri però variano in maniera sensibile a seconda delle regioni e delle dimensioni dei centri: si passa dai 122,3 mq dei comuni con meno di 5 mila abitanti ai 100,5 mq delle metropoli con oltre 250 mila abitanti, con una superficie media per residente che decresce da 93,1 a 52,6 mq.
Un indicatore semplice del fabbisogno abitativo potenziale viene dal rapporto tra superficie complessiva e numero di abitanti (popolazione residente). Una regione ad alta densità turistica come la Valle d’Aosta, ad esempio, pur disponendo di abitazioni tendenzialmente più piccole rispetto alla media nazionale registra una misura dello spazio abitativo per singolo residente di gran lunga superiore a quella italiana (97,9 mq contro 67,3 mq). Le regioni dove questo valore è più basso sono la Campania e il Lazio, che rispettivamente segnano appena 58,4 mq e 58,9 mq a testa: poco più alto il dato della Lombardia (61,3 mq).
In Piemonte la superficie destinata all’uso abitativo è pari nel complesso a 327,9 milioni di mq, con una superficie media per ciascuna abitazione di 118,1 mq. Più alti della media nazionale sono anche i dati relativi alla superficie media per abitante (74,7 mq) e per famiglia (163,1 mq).
Compravendite di case in calo a Cuneo città (e la Granda non va meglio)
Altri numeri rilevanti vengono dall’analisi del mercato immobiliare, che nella nostra regione rappresenta circa l’8% dello stock nazionale.
Nel corso del 2018 il mercato regionale ha registrato un lieve e generalizzato incremento delle compravendite con 52195 transazioni normalizzate (NTN), pari a circa il 9% del giro d’affari nazionale. L’incremento rispetto all’anno precedente però è assai differenziato tra province, dove varia fra il +15,7% di Vercelli o il + 13,1% di Asti e il -0,6% di Alessandria (la Granda, penultima, segna un +2,3%). Rilevante anche lo scostamento tra i comuni capoluogo: Cuneo qui ha il peggior dato regionale con il -6,3% ed è l’unico tra i capoluoghi di provincia piemontesi a veder decrescere le compravendite di case nell’ultimo anno.
La superficie media regionale delle unità immobiliari che sono state oggetto di transazione è pari a 109,4 mq, con un massimo di 142,2 mq nell’Astigiano e un minimo di 99,6 mq in provincia di Torino. Il Cuneese, con un valore medio di 119,7 mq in provincia e 108,8 mq nel capoluogo, si colloca in entrambi i casi sopra la media regionale: è più significativo però vedere nel dettaglio quali abitazioni siano state più ‘gettonate’.
I cuneesi comprano alloggi piccoli (o molto grandi). Male le abitazioni ‘medie’
La sproporzione tra l’incremento nelle vendite di case sotto i 50 mq e tutti gli altri tipi di compravendita infatti è molto più elevata nella Granda che altrove. In regione sono l’8,47% in più i piccoli alloggi venduti nel corso del 2018, mentre nella provincia targata CN si arriva a un +15,69%. Ancora più evidente la differenza nel capoluogo, dove le abitazioni sotto i 50 mq vedono un vero e proprio boom con il +24,55% mentre tutte le altre classi dimensionali - con la sola eccezione della più grande tra queste, l’insieme delle case con oltre 145 mq - assistono ad arretramenti anche molto consistenti nel volume di affari.
Dal portale
Osservatorio Immobiliare ricaviamo anche altre informazioni sulle dinamiche del mercato della casa in base ai dati aggregati degli annunci online. Nell’intera provincia sono oltre 20.838 gli immobili in vendita e 3.038 quelli in affitto, con un indice di circa 40 annunci per mille abitanti. La tipologia più scambiata per quanto riguarda le vendite è quella degli appartamenti (11290 annunci complessivi), seguita dalle case indipendenti (7682 annunci). Gli annunci relativi agli appartamenti primeggiano anche tra gli affitti (2003), seguiti dai negozi (741).
Il
prezzo medio degli appartamenti in vendita nella Granda è di 1350 euro per metro quadrato, di poco al di sotto della quotazione regionale media. Tra i 247 comuni, quello con le quotazioni immobiliari più convenienti è Murazzano (appena 600 euro per mq) mentre il più caro è Limone Piemonte (2750 euro/mq). Nel capoluogo, che copre da solo circa il 9% degli annunci immobiliari, i prezzi salgono del 34% rispetto alla quotazione media provinciale, con un valore di 1850 euro per metro quadrato. Anche qui gli scostamenti sono piuttosto importanti: nelle 32 zone OMI in cui è suddivisa la città di Cuneo si va infatti dai 750 euro/mq di Tetti Pesio ai circa 2100 euro/mq dell’area circostante piazza Galimberti. Prendendo come riferimento le quotazioni degli appartamenti in vendita la zona di Madonna delle Grazie (1.600 euro/mq) è la più economica, mentre raggiunge le quotazioni più elevate la zona di viale degli Angeli (2.050 euro/mq).