Tanto tuonò che piovve. Incalzata da tre interpellanze in sei mesi da parte dell’opposizione, tutte a firma dell’’ariete’ di Cuneo per i Beni Comuni Ugo Sturlese, l’amministrazione comunale di Cuneo ha annunciato che la vicenda degli affitti non versati dalla società che gestisce la Tettoia Vinaj approderà in tribunale.
“Abbiamo fatto ancora un tentativo per arrivare a una soluzione bonaria della questione, cosa che purtroppo non è avvenuta” ha spiegato l’assessore al Patrimonio Paola Olivero, che aveva già esplicitato l’intenzione di considerare come ‘extrema ratio’ la via giudiziaria: “Gli uffici hanno già avviato l’iter legale. Ci dispiace non sia stato possibile arrivare a una conclusione diversa”.
Il contenzioso oppone il Comune di Cuneo ai gestori del fabbricato di piazza Foro Boario oggi occupato dall’Open Baladin (a sua volta affittuario della società concessionaria ed
estraneo a tutta la faccenda). La società Tettoia Vinaj srl è subentrata nella gestione alla Consital, con la quale l’amministrazione aveva stipulato la concessione nel 2014. Il contratto di appalto trentennale (prorogabile) prevede un canone di 30mila euro per ogni annualità fino al terzo anno, per poi salire a 48219 euro per ciascuno dei successivi cinque anni e a 63266 euro per ogni anno successivo al decimo, al netto dell’Iva. Delle annualità dovute al Comune, però, il gestore ne ha versata finora una soltanto, sostenendo che il testo del contratto - a differenza del bando di gara - non specifichi una tempistica annuale per i pagamenti.
Un’interpretazione che il consigliere Sturlese - e la giunta - ritengono destituita di fondamento, e che finora sarebbe costata circa 100mila euro di mancati pagamenti, secondo i calcoli dell’esponente della sinistra civica. Quest’ultimo ha commentato la decisione dell’amministrazione senza risparmiare critiche alla maggioranza: “Mi pare l’ovvia conclusione di questa vicenda che però, a nostro giudizio, è stata lasciata in sonno per troppo tempo senza che ci si accorgesse di nulla. Si è tentato di risolvere la questione con un accordo a cui evidentemente la controparte non era interessata”.