È ormai un “caso” il trasferimento del Centro Anziani di Cuneo Vecchia, già oggetto di interpellanze e di botta e risposta anche all’interno del comitato di quartiere.
Il Consiglio comunale è tornato ad occuparsene in seguito a un’interpellanza di Paolo Armellini (Indipendenti): “Siete stati impreparati a gestire il semplice spostamento del Centro Incontri di via Vaschetto, quando già da anni si sapeva del trasferimento della biblioteca civica” è il rimprovero formulato. Armellini ricorda come “entro il 2050 un cittadino su tre avrà più di 65 anni” (previsione formulata lo scorso novembre nello studio Cuneo 2040, commissionato dal Consorzio Socio Assistenziale del Cuneese) e “per gli anziani andrà contraendosi anche il numero medio dei parenti stretti, situazione che inevitabilmente avrà effetti sulla cura non solo fisica ma anche psicologica, con aumento della pressione sulle comunità di riferimento e quindi in primis sui comuni”. In questa prospettiva, argomenta l’esponente dell’opposizione, i centri d’incontro come quello oggi ospitato in via Vaschetto assumono un ruolo importante.
I locali dell’attuale sede diventeranno però parte della nuova biblioteca presso l’ex ospedale Santa Croce. Si pone quindi il problema di trovare un altro luogo idoneo, cosa non facile in Cuneo Vecchia: “Il centro storico ha immobili più piccoli rispetto ad altre zone della città. La problematica più sentita era quella di trasferire il biliardo e avere un posto per la sala bar” ricorda l’assessore ai Servizi per la terza età Paola Olivero, nella risposta all’interpellanza. In linea di massima, spiega l’esponente della giunta, “per quanto riguarda il ballo eravamo tutti d’accordo che andasse spostato altrove. Problemi non ce ne sono perché il 90% di chi viene a ballare nel Centro arriva da altri quartieri, anche da fuori Cuneo”. Stessa considerazione vale per molti frequentatori abituali: “Il 70% degli iscritti, compreso tutto il consiglio direttivo, non è residente nel centro storico”.
In merito alla nuova sistemazione, da parte del direttivo si è espressa la volontà di occupare i locali di via Cacciatori delle Alpi che ospitavano la Biblioteca 0-18: un equo scambio, visto che gli anziani dovranno “sloggiare” proprio per far posto al servizio bibliotecario. C’è un grosso impedimento: quei locali, al momento, sono ancora pieni di libri. “Non diciamo no” chiarisce subito l’assessore al Patrimonio Alessandro Spedale, ma il deposito librario non sarà libero prima del 2026: nel frattempo, una soluzione provvisoria è già individuata. “In questo momento non siamo in grado di offrire altro, vorremmo incontrare i rappresentanti del Centro Anziani nelle prossime settimane ma non possiamo creare locali nuovi” spiega l’assessore, che aggiunge: “Dobbiamo tenere conto anche dei numeri”. Il vero limite sarebbe quello di non poter più fare attività di somministrazione, nel quadro - assicurano gli amministratori - di un compromesso pro tempore.
A proposito di numeri, dalla giunta arriva anche qualche informazione sugli altri centri anziani. La pandemia ne ha “falcidiati” due, uno a Borgo San Giuseppe e l’altro in piazza Secondo Reggimento Alpini, nel quartiere Gramsci. In quelli superstiti, la media varia dai dieci ai dodici frequentatori abituali all’interno di ciascun centro, con la possibilità di svolgere diverse attività proposte dal Comune.