CUNEO - Chi costruirà l’ospedale di Cuneo? Si torna a parlarne in Consiglio comunale

Ugo Sturlese di Cuneo per i Beni Comuni critica l’ipotesi di partenariato pubblico-privato: “Meglio riqualificare il Santa Croce con i fondi esistenti”

Andrea Cascioli 23/08/2022 10:29

La questione nuovo ospedale di Cuneo è tornata a farsi scottante nelle ultime settimane, non per la calura agostana ma perché nel dibattito è calata la proposta di partenariato pubblico-privato della holding facente capo alla famiglia Dogliani.
 
Fino a tempi recenti dalla Regione era giunta piena rassicurazione in merito alla disponibilità di fondi pubblici per il progetto: “I soldi ci sono e sono 310 milioni dell’Inail per Cuneo” assicurava l’assessore Icardi. Ora invece pare che la coperta si sia fatta troppo corta, non solo per Cuneo ma per altri hub sanitari regionali di cui si attende la realizzazione - vedasi la Città della Salute di Novara e il nuovo ospedale di Alessandria. I costi attuali dovrebbero aggirarsi intorno ai 420 milioni, vale a dire - rileva il consigliere comunale Ugo Sturlese di Cuneo per i Beni Comuni - “quasi il doppio di quanto previsto nello studio di prefattibilità presentato dal gruppo dell’architetto Colombo nel dicembre del 2020”. A far lievitare le spese concorre il sopravvenuto aumento dei costi per i materiali di costruzione ma anche, si presume, l’incremento di quasi cento unità nei posti letto: “Per non parlare delle spese ingenti per la nuova viabilità che si renderà necessaria per garantire l’accessibilità alla nuova sede” continua Sturlese.
 
L’ex primario del Santa Croce, critico da sempre verso l’ipotesi dell’ospedale unico fuori dall’altipiano, si prepara a dar battaglia nel prossimo Consiglio comunale con un’interpellanza rivolta alla sindaco Manassero. Il partenariato con i privati non piace all’opposizione di sinistra, la quale critica sì il “comportamento opaco da parte dell’assessore, che ha dato per sicuro, disponibile e operativo un finanziamento che trova difficoltà a calarsi anche in altri importanti ospedali regionali”, ma precisa che tutto questo “non giustifica l’adozione affrettata di forme contrattuali, che rischiano di diventare sempre più onerose negli anni a venire per l’aumento dei canoni di gestione dei servizi ospedalieri di supporto e di deprimere conseguentemente le risorse destinate all’assistenza clinica”.
 
Il costo previsto del contratto - argomenta Sturlese - si aggira intorno ai 50 milioni l’anno per un periodo di 20 anni, comprensivo del canone annuale e del costo dei servizi di supporto gestiti dal privato. “Esiste una vasta letteratura - spiega - in relazione al più elevato costo del capitale privato rispetto al capitale pubblico, utilizzato nei progetti tradizionali, ai costi molto elevati di transazione e ai lunghi tempi richiesti per la stipula di contratti di questa complessità, alla scarsa trasparenza intrinseca a tale procedura per il frequente ricorso del privato a norme di segretezza commerciale, alla possibile diminuzione delle risorse destinate alle prestazioni sanitarie qualora intervenissero richieste di aumento del canone oltre quanto previsto nel contratto”.
 
Sull’ingresso dei privati nel progetto c’è già una valutazione preliminare positiva da parte dell’Ires, l’istituto di ricerca socioeconomica della Regione Piemonte. Ora si attende il parere dell’azienda sanitaria, entro novanta giorni. Per Sturlese è necessario sospendere il procedimento e istituire un gruppo di valutazione “onde pervenire ad una decisione che non risulti sbilanciata a favore del proponente”. Fatto salvo, conclude, “il nostro giudizio ostinatamente favorevole ad un intervento di riqualificazione della sede centrale del Santa Croce con i finanziamenti già assegnati per interventi di antisismica e antincendio con modesti ampliamenti volumetrici di costo infinitamente minore e di rapida realizzazione”.

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