CUNEO - Chiarenza: "Il 25 aprile di uomo di destra"

Le riflessioni dell'ex consigliere provinciale: "Non può continuare ad essere una data di continua e crescente divisione ideologica e di discordia politica radicale"

Paolo Chiarenza

22/04/2025 13:47

Riceviamo e pubblichiamo.
 
Egregio direttore,
dopo 80 anni dalla guerra civile in Italia,  dopo 80 anni che gli eredi del partito comunista sono riusciti ad imporre la “loro” storia della Resistenza, chi avanza osservazioni,  riflessioni, contesatazioni compie “una operazione vergognosa di revisionismo, storicamente inaccettabile”. I gendarmi della lotta di Liberazione – si chiamino postcomunisti o democratici di sinistra – fanno finta di  dimenticare i tempi della loro devozione all’Unione Sovietica  (da Stalin a Breznev), propagandano che “loro” hanno vinto la guerra assieme agli Alleati, non dicono  della sconfitta del Fronte popolare alle elezioni del 18 aprile 1948, elezioni che permisero  la vittoria della democrazia in Italia; e poi saltano gli anni drammatici della “guerra fredda”, allorchè nella spartizione del mondo  fortunatamente contro di loro l’Italia non fu compresa nella parte dei Paesi  dell’Est Europa, sottoposti per 45 anni al comunismo.
 
Purtroppo, molti esponenti politici che pur si dicono contrari alla sinistra, si sono rassegnati a subire la supremazia resistenziale degli ex comunisti, fino a giungere ad accettare l’ipoteca di una Costituzione nata dalla Resistenza, anziché da un nuovo sistema occidentale di democrazia e libertà . È un alibi e un ricatto, che  la nuova “vergine” generazione di sinistra – istruita a scuola secondo la teoria di Gramsci –  cerca di imporre a chi governa oggi  da posizioni di centrodestra  a livello nazionale e a quello del Piemonte e del cuneese, indicando gli  obiettivi da colpire. Obiettivi che si chiamano, di volta in volta, Cirio, Robaldo, Marrone, Giordana, Racca ecc..
 
Da uomo di Destra dico che è tempo di reagire: la data del 25 aprile non può continuare ad essere una data di continua e crescente divisione ideologica e di discordia politica radicale. I “vinti” di allora e i loro discendenti, i patrioti della Destra  sono schierati all’insegna di un civile spirito di pacificazione nazionale che vuole riconoscere la storia di tutti, compresi quelli caduti nella parte  dei “vinti” che si pretende di  ignorare , e che si sono sacrificati anch’essi per gli ideali e per la Patria italiana.
 
Nella giornata del 25 aprile a tutti questi Caduti noi rivolgiamo la nostra memoria e la nostra preghiera. La storia della guerra fratricida non può essere condivisa pienamente, ma un popolo civile, se vuole progredire, la deve accettare per come è stata e andare oltre.
 
Malgrado questo sia un nodo che pochi hanno il coraggio di affrontare, sono tanti gli italiani che non vogliono una Nazione perennemente divisa e in lotta; sono sempre più coloro che non hanno paura di esporsi troppo, timore di perdere dei vantaggi,   e si ribellano  contro i nostalgici della guerra civile permanente.
 
Ringrazio per la cortese pubblicazione, distintamente.
 
Paolo Chiarenza
Ex consigliere provinciale

c.s.

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