No, chiudere le fontanelle non porterà risparmio idrico. O almeno questo è quanto sostiene l’amministrazione cuneese, per voce dell’assessore all’Ambiente Gianfranco Demichelis. Se n’è parlato di nuovo nel corso dell’ultima seduta del Consiglio comunale, a seguito di un’interpellanza presentata dal gruppo Centro per Cuneo e illustrata da Maria Laura Risso.
“L’interpellanza - ha spiegato la consigliera -
nasce in particolare da noi insegnanti che portiamo avanti nelle scuole il tema dell’uso oculato dell’acqua. Molti alunni e genitori hanno posto l’interrogativo che riguarda il concetto di spreco in relazione alle fontanelle”. Secondo il sito
Fontanelle.org sono 79 i luoghi deputati al ristoro della sete nel territorio cuneese (il Comune, per la verità, ne censisce ben 160). A fronte delle notizie sempre più preoccupanti sulla siccità - giusto ieri parlavamo dei
timori dei gestori di rifugi - ci si chiede perché le fontane non vengano munite di pulsantiere o rubinetti.
La risposta di Demichelis chiama in causa due ordini di ragioni: il risparmio idrico e la salubrità dell’acqua. Sul primo punto, si rileva la sostanziale inutilità della misura: “Il Comune di Cuneo è servito da una captazione a caduta dalle sorgenti delle Grotte del Bandito. L’acqua entra nei corpi idrici e sia che fuoriesca dalle fontanelle, sia che non lo faccia, effettua lo stesso percorso e viene restituita al depuratore e reimmessa in natura per un utilizzo in agricoltura”. Ergo, “la chiusura non genererebbe un risparmio d’acqua, perché non ci sono vasche d’accumulo collegate alle fontanelle”. Ma è soprattutto un’altra la ragione che induce gli amministratori a non intervenire: “La sicurezza della qualità dell’acqua è certificata con controlli periodici a carico dell’Asl: non essendo possibile campionare nelle abitazioni, il monitoraggio viene fatto sulle fontanelle. Il flusso continuo è indispensabile per garantire un prelievo rappresentativo, se la fontanella venisse aperta solo in occasione dei campionamenti questi potrebbero essere compromessi”.
Si cita il caso di un vicino comune (non nominato, ma si sa che di recente un’ordinanza di non potabilità è stata emessa a Borgo) dove di recente l’Asl ha dichiarato la non potabilità dell’acqua proprio perché le analisi avevano evidenziato un’eccessiva carica batterica: è successo subito dopo l’installazione delle pulsantiere sulle fontane. “Il getto continuo - osserva l’assessore - va a contrastare fenomeni di ristagno che potrebbero alimentare sedimentazioni o la presenza di cariche batteriche, oltre ad esaltare la freschezza e la gradevolezza dell’acqua”.
Certo però che un conto è far scendere il classico filo d’acqua, un altro è lasciare libera circolazione a getti che somigliano a piccoli geyser e che alimentano l’impressione - non peregrina, malgrado la spiegazione di Demichelis - che un bel po’ d’acqua nel tragitto dalla sorgente alle campagne, in effetti, si sprechi. Sul punto hanno portato la loro testimonianza due consiglieri:
Claudio Bongiovanni (Cuneo Mia) menzionando la fontana del Parco Parri (
“durante tutto l’inverno ha perso acqua e ha creato ghiaccio sul sentiero”),
Paolo Armellini (Indipendenti) concentrandosi su quella di contrada Mondovì (
“continua a buttare acqua a più non posso”). Sul tema delle fontane, peraltro, il consigliere indipendente aveva
già presentato due interpellanze, a luglio scorso e a febbraio di quest’anno.
Stavolta sono giunte rassicurazioni in merito al fatto che verranno presi provvedimenti: “In collaborazione con l’Acda andremo a installare riduttori di portata su alcune fontanelle oggi sprovviste, come potrebbe essere quella di contrada Mondovì” ha garantito l’assessore. Altra promessa è la convocazione di una commissione apposita, nella quale saranno i tecnici della società idrica a relazionare.