CUNEO - Cia Cuneo: “L’autonomia differenziata può portare rischi per sanità, istruzione, servizi e territorio”

Sul Disegno di Legge del Governo all’esame in Commissione al Senato interviene il direttore provinciale dell’organizzazione agricola, Igor Varrone

Il direttore provinciale Igor Varrone

25/10/2023 08:18

Il Disegno di Legge Calderoli del Governo per l’attuazione dell’autonomia differenziata attualmente è all’esame, in prima lettura, della Commissione Affari Costituzionali del Senato. Cosa ne pensa Cia Cuneo? Risponde il direttore provinciale, Igor Varrone: “L’autonomia è un valore fondante della nostra Costituzione, ma la proposta di un regionalismo asimmetrico senza contrappesi, oltre a un inevitabile aumento di burocrazia e all’accentuazione delle differenze fra i sistemi regionali, può portare a un indebolimento dello Stato nazionale”.
 
Cioè? “Le comunità locali, a partire dai Comuni, sono state nella storia l’elemento di garanzia della tenuta anche democratica del Paese in quanto punti di riferimento di immediata percezione della vicinanza dello Stato. Questo patrimonio politico e culturale deve essere valorizzato, ma la proposta del Governo, che intende realizzare una più ampia autonomia differenziata in campo istituzionale, rischia di andare in controtendenza rispetto alle effettive esigenze dell’Italia. Favorendo solo le Regioni più forti. La priorità di ogni riforma deve essere quella di attenuare le differenze fra i sistemi regionali che, di fatto, compromettono lo sviluppo armonico del Paese”.
 
Quindi? “Vanno evitati provvedimenti che possano produrre ulteriori discriminazioni nell’accesso ai servizi e occorre investire in maniera uniforme sulla sanità e sul nostro sistema di welfare. Si parla di desertificazione dei servizi sanitari che ormai riguarda trasversalmente tutte le Regioni. Il Ddl rischia di frammentare ancora di più l’Italia, mettendo i territori in competizione gli uni con gli altri. Poi, oltre alla sanità, è a rischio il delicato ambito dell’istruzione, per il quale è imprescindibile il ruolo dello Stato per uno sviluppo omogeneo del Paese”.
 
Altre questioni in ballo? “Bisogna fare chiarezza perché, al momento, non si conoscono criteri oggettivi e nemmeno di carattere tecnico utili a stabilire se una maggiore autonomia regionale sarà in grado di essere più efficace nelle 23 materie, forse troppe, che saranno trasferite e destinate a diventare di competenza esclusiva delle Regioni. Tra l’altro, oltre a sanità e istruzione, la sicurezza, l’ambiente e il territorio, tutti ambiti fondamentali dal punto di vista della coesione sociale. E a preoccupare c’è anche la sostenibilità della Riforma. In particolare la possibilità, qualora le risorse trasferite non fossero sufficienti a sostenere i livelli dei servizi, che i sistemi locali debbano intervenire con ulteriori prelievi fiscali”.
 
In conclusione? “Bisogna sollecitare tutti gli attori sociali ed economici del territorio a discutere pubblicamente di un argomento così delicato e di forte impatto sul sistema Italia. L’obiettivo di Cia è quello di evitare un aumento del divario tra le aree urbane e quelle rurali. Per cui parteciperemo attivamente a livello nazionale con proposte alternative, valutando i reali bisogni dei territori con l’obiettivo di tenere unito il Paese”.

c.s.

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