Il nuovo Regolamento su produzione e etichettatura dei prodotti biologici approvato nei giorni scorsi dal Parlamento Europeo è penalizzante per l’Italia, non in linea con gli alti standard già in vigore nelle Penisola. Una notizia che tocca da vicino la sezione cuneese della Confederazione Agricoltori Italiani dove negli ultimi anni è triplicato il numero delle aziende associate che hanno scelto il biologico, arrivando a quota 250.
“L’eliminazione della chimica dalle nostre produzioni è l’unica strada percorribile per garantire la massima qualità dei prodotti e la migliore tutela delle nostre terre – è la dichiarazione del presidente Cia Cuneo Claudio Conterno -. Le nuove regole approvate ci penalizzano e ci rendono meno competitivi, con costi più alti rispetto agli agricoltori europei”. L’Italia oggi è al primo posto in Europa per produzione e al secondo per superficie coltivata a “bio”, oltre ad essere uno dei Paesi più virtuosi nel rispetto del metodo di produzione biologica e del sistema dei controlli.
Si tratta di norme che non riformano il settore biologico – come si aspettavano gli Agricoltori Italiani - e che non apportano alcun miglioramento per i consumatori “Soprattutto perché non intervengono sulle regole che riguardano la contaminazione dei prodotti, avendo eliminato dai negoziati la questione delle soglie per i residui di fitofarmaci”. Da Cia nazionale si sta lavorando su due fronti: da un lato fare pressione su Bruxelles perché si vada verso misure armonizzate sulle contaminazioni e maggiori tutele per i produttori biologici; dall’altro lato riprendere in mano il disegno di legge nazionale sul biologico che il Parlamento uscente non è riuscito ad approvare.