Non si nasconde dietro a un dito l’assessore alla Mobilità Davide Dalmasso rispondendo all’ennesima interpellanza sui lavori per le piste ciclabili in corso Nizza alta: “Purtroppo la ditta esecutrice non si è rivelata assolutamente all’altezza del lavoro da svolgere: tutti i cuneesi hanno patito le lungaggini di questo cantiere, l’ultima e più eclatante è la pausa ‘natalizia’ che si è protratta fino a Pasqua”.
Parole che non lasciano spazio a interpretazioni e che testimoniano tutto il disappunto del Comune di Cuneo per l’operato dell’azienda casertana Vitale One srl, vincitrice dell’appalto da 1.050.000 euro finanziato con i fondi del piano Periferie. “Abbiamo interrotto il rapporto con questa azienda e stiamo facendo un rendiconto” ha spiegato Dalmasso ai consiglieri comunali: tra le problematiche riscontrate, in particolare, le ondulazioni negli ultimi tre isolati dopo corso Galileo Ferraris. “Il tappetino di asfalto non è stato fatto a macchina ma a mano, ritengo per ragioni di economia. Questo - aggiunge l’esponente della giunta Borgna - verrà certamente contestato e il corrispettivo ridotto o non pagato qualora non si potesse effettuare una presa in carico: si dovranno adottare correttivi”.
Un intervento già annunciato da parte dell’amministrazione riguarda l’apposizione di autobloccanti al posto della ghiaia che al momento circoscrive la pista nell’ultimo tratto: “La zona è pericolosa perché spesso il ciclista deve uscire dalla ciclabile per evitare i pedoni” osserva la consigliera di Cuneo per i Beni Comuni Luciana Toselli, autrice dell’interpellanza sul tema. La consigliera chiedeva anche che gli attraversamenti ciclabili venissero rialzati al livello marciapiede, come è stato fatto in corso Brunet: “Le macchine che svoltano rallentano se si trovano un rialzo, mentre se non lo trovano svoltano senza preoccuparsi dei ciclisti”.
Su questo punto, però, l’assessore ha opposto un rifiuto e motivato il suo niet: “Il rialzo degli attraversamenti ciclabili non era previsto all’inizio e non lo prevediamo ora perché a differenza di altre realtà in cui i gradini erano molto alti, come in corso Brunet, in quella zona non c’è troppo dislivello”.