L’invasione di insetti e organismi alieni portati nelle campagne italiane dai cambiamenti climatici e dalla globalizzazione degli scambi ha causato danni per oltre un miliardo nel 2019 con gravissimi effetti sul piano ambientale, paesaggistico ed economico. E’ quanto emerge dal Rapporto Coldiretti su “Clima: la strage provocata dalle specie aliene nelle campagne italiane”, diffuso all’inaugurazione della Fieragricola dove è stata mostrata la teca degli orrori con le specie aliene arrivate in Italia con il surriscaldamento che hanno fatto strage nei campi coltivati, in occasione della prima mobilitazione di migliaia di agricoltori a cui ha preso parte Coldiretti Piemonte con il suo presidente regionale, Roberto Moncalvo, ed il Delegato Confederale, Bruno Rivarossa, insieme a tutti i presidenti e i direttori provinciali per fermare la strage senza precedenti provocata dalla cimice killer, arrivata dall’Oriente, che sta mettendo in ginocchio interi settori produttivi senza che siano state attivate misure di sostegno comunitarie adeguate a fronteggiare una vera calamità naturale. Ha preso parte per la Regione Piemonte, l’assessore all’Ambiente, Energia, Innovazione e Ricerca, Matteo Marnati.
La cimice asiatica, che rovina tutto quello che trova nelle zone dove si riproduce, ha colpito soprattutto, pere, mele, pesche e nettarine, kiwi, ciliegio e piccoli frutti, albicocche, susine, nocciole, soia, mais e ortaggi. I danni in Piemonte ammontano a 180 milioni di euro per un totale di 13500 imprese coinvolte.
“Una minaccia drammatica per il Paese, in un anno segnato da un inverno particolarmente caldo che ne favorisce la sopravvivenza, che va contrastata con un piano di intervento nazionale che preveda aiuti straordinari alle imprese, azioni di contenimento dell’insetto anche con un programma coordinato di trattamenti fitosanitari e sperimentazioni su insetti antagonisti oltre a misure per la difesa del settore ortofrutticolo con un sistema straordinario di verifica sulle importazioni – spiegano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale -. Considerata la gravità della situazione è indispensabile aprire il confronto anche con le istituzioni europee coinvolgendo l’UE sia per quanto riguarda gli aiuti alle imprese danneggiate che per i controlli alle frontiere comunitarie, necessari a contrastare l’arrivo di altri insetti dannosi e l’import di frutta e ortaggi trattati con antiparassitari vietati in Italia. Una politica europea troppo permissiva sta consentendo l’ingresso di prodotti agroalimentari e florovivaistici nell’Ue senza che siano applicate le cautele e le quarantene che devono, invece, superare i prodotti nazionali quando vengono esportati con estenuanti negoziati e dossier che durano anni. Coldiretti Piemonte già dal 2013 è attenta alla problematica sul territorio attuando uno dei più grandi monitoraggi e stima dei danni, dal 2017 con la Fondazione CRC di Cuneo è stato possibile incrementare l’attività di ricerca ed, in ultimo, lo scorso anno, insieme al Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell'Università degli Studi di Torino, a Fondazione Agrion e a Ferrero HCo – ricordano Moncalvo e Rivarossa –, è stato istituito un osservatorio per allargare e approfondire le metodologie di lotta alla cimice asiatica. L'insetto, infatti, ha trovato in Piemonte un ambiente favorevole alla sua diffusione ed, in questi ultimi anni, si sono registrati danni ingenti su molte colture, dal nocciolo alla frutta. A livello piemontese, le nostre federazioni provinciali si sono già tutte attivate sui territori per chiedere ai Prefetti un tavolo di lavoro cui affidare l’individuazione delle iniziative necessarie a contrastare la diffusione incontrollata della cimice asiatica, sottoponendo loro il Piano straordinario di lotta alla cimice asiatica, predisposto dalla Coldiretti nazionale. Serve, dunque, un cambio di passo rapido nelle misure di prevenzione e di intervento, sia a livello comunitario sia nazionale, con l’avvio di una apposita task force”.