Meno cinghiali più agricoltura: alle imprese agricole serve poter lavorare e riprendere, in condizioni di sicurezza e basso rischio, l’attività di allevamento e macellazione dei suini nelle aree soggette a restrizione. È quanto Coldiretti ha espresso oggi al Governatore Alberto Cirio che, insieme al Commissario Straordinario alla Peste Suina Africana, Vincenzo Caputo, collegato in video conferenza come anche il Vicepresidente della Regione Fabio Carosso e l’Assessore all’Agricoltura Marco Protopapa, hanno incontrato presso la sede di Coldiretti Piemonte una rappresentanza di suinicoltori piemontesi con i vertici di tutte le Federazioni provinciali, tra cui il Presidente di Coldiretti Cuneo Enrico Nada e il Direttore Fabiano Porcu.
“Torniamo sulla questione abbattimenti perché sono ancora totalmente insufficienti, anche in zona buffer e in quella infetta: lo scorso anno sono arrivati a superare appena i 25.000 quando l’obiettivo era di raggiungere i 50.000 e intanto la peste dei cinghiali dilaga spingendosi sempre più pericolosamente verso la Granda” dichiara il presidente Nada.
Secondo l’ultimo bollettino dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta del 7 giugno, i casi di peste dei cinghiali sono arrivati a 442 in Piemonte. Dopo il ritrovamento alcune settimane fa di un cinghiale positivo alla PSA a Cairo Montenotte, a soli 10 Km dal confine cuneese - ricorda Coldiretti Cuneo - Saliceto è entrato in Zona di restrizione II, ovvero in area infetta, ed è stata conseguentemente ampliata la Zona di restrizione I, ossia l’area cuscinetto: sono stati inseriti i Comuni di Monesiglio, Sale delle Langhe, Camerana, Castelnuovo di Ceva, Priero, Prunetto, Montezemolo e Perlo, che si sono aggiunti a Bergolo, Pezzolo Valle Uzzone, Cortemilia, Levice, Castelletto Uzzone, Perletto, Castino, Cossano Belbo, Rocchetta Belbo, Santo Stefano Belbo e Gottasecca.
“A fronte di questo scenario, in cui non possiamo che rilevare come le misure adottate fino ad ora siano state insoddisfacenti - denuncia il presidente Nada - abbiamo presentato al governatore Cirio e al commissario Caputo un decalogo delle azioni prioritarie, costituendo una Commissione permanente e periodica di monitoraggio per salvaguardare le nostre imprese suinicole a rischio”.
“È urgente incrementare il livello di sicurezza, avvalendosi anche delle Forze armate e delle Forze dell’Ordine per il depopolamento - spiega il direttore di Coldiretti Cuneo, Fabiano Porcu - affinché la problematica venga limitata e non si estenda ulteriormente andando a creare una paralisi anche delle attività ludico-ricreative e dell’indotto ad esse collegato nelle aree soggette a restrizioni. Chiediamo poi di dare seguito alla proposta, che già aveva trovato un’apertura da parte del Commissario Caputo durante l’incontro dello scorso 8 maggio ad Alessandria, di attivare una filiera no food che permetta di valorizzare la carne di cinghiale”.
Coldiretti Cuneo chiede, dunque, di mettere in campo tutte le azioni possibili, le energie e le risorse disponibili per eradicare il virus, tutelare la nostra suinicoltura e mettere in sicurezza il territorio.
È a rischio una filiera di eccellenza come quella suinicola che in Provincia di Cuneo - precisa la Coldiretti - conta 800 aziende e quasi 900.000 capi destinati soprattutto ai circuiti tutelati delle principali DOP italiane per la preparazione della miglior salumeria nazionale.