800.000 capi. Tanti sono i suini allevati in provincia di Cuneo, destinati per l’80% ai circuiti tutelati dei prosciutti DOP Parma e San Daniele. 750 le aziende coinvolte, con controlli quotidiani in allevamento da parte dei Servizi veterinari delle ASL, al fine di garantire la massima sicurezza alimentare e trasparenza nella tracciabilità.
Non può dirsi lo stesso altrove. In Belgio, ad esempio, dove sono stati scoperti recentemente casi di peste suina africana, malattia virale contagiosa che colpisce suini e cinghiali - non gli esseri umani - facilmente trasmissibile da un animale all’altro.
“In una fase delicata come quella attuale, i controlli sono fondamentali anche all’estero - rimarca Tino Arosio, Direttore di Coldiretti Cuneo -. Al contempo, sul nostro territorio chiediamo un contenimento più efficace dei cinghiali per scongiurare la diffusione della peste suina, che avrebbe conseguenze pesantissime per la suinicoltura cuneese”.
Per questo motivo, aggiunge il Vice Delegato Confederale Bruno Rivarossa, “Coldiretti ha chiesto un intervento dell’Istituto Zooprofilattico di Torino per un primo e decisivo studio tecnico sull’impatto del rischio e sulle modalità di contenimento del virus, focalizzando l’attenzione sulla popolazione di cinghiali come vettore della diffusione e sull’urgenza del loro controllo con piani specifici di contenimento”.