Lo stop del Parlamento europeo all’importazione di prodotti con sostanze vietate nella UE risponde alle richieste di Coldiretti e Filiera Italia che avevano scritto una lettera agli europarlamentari alla vigilia del voto per sostenere il principio di reciprocità nel commercio internazionale, a tutela degli agricoltori e dei consumatori europei.
La plenaria riunita a Strasburgo ha, infatti, votato a larga maggioranza due obiezioni alla proposta della Commissione di stabilire dei limiti massimi di residuo per sostanze attive non più autorizzate nell’Unione. Fondamentale il voto pressoché unanime degli europarlamentari italiani, che dimostrano di saper superare, su questioni così importanti per il Paese, contrapposizioni politico-ideologiche.
“Il Regolamento avrebbe, di fatto, aperto la strada all’importazione di un’ampia gamma di prodotti provenienti da Paesi terzi, tra cui ortofrutta, cereali, piante ornamentali, legumi e prodotti di origine animale, contenenti sostanze vietate in Europa per ragioni di salute pubblica e tutela degli agricoltori” dichiara il Presidente di Coldiretti Cuneo, Enrico Nada.
A questo punto la Commissione europea dovrebbe ritirare i due progetti di Regolamento e decidere se presentare o meno una nuova proposta, seguendo le indicazioni della mozione.
“L’obiettivo dell’Unione europea deve essere quello di proteggere la salute dei consumatori e degli operatori agricoli europei, nonché di garantire una concorrenza leale per non minare la competitività delle nostre imprese agricole” sostiene il Direttore di Coldiretti Cuneo, Fabiano Porcu.
Le sostanze vietate sono state bandite dall’UE a causa delle numerose preoccupazioni legate alla salute e alla sicurezza alimentare. Fissare un limite di residui pari al limite di determinazione analitica di 0,01 mg/kg come proposto nella mozione – spiegano Coldiretti e Filiera Italia – rappresenterebbe ora una misura essenziale per garantire che i consumatori europei non siano esposti a rischi evitabili e che gli agricoltori europei non subiscano una concorrenza sleale.