Sono diversi i fattori che stanno incidendo negativamente sulla razza bovina Piemontese: dal basso prezzo riconosciuto agli allevatori al mercato sempre più ristretto, dallo strapotere dei macellatori all’aumento dei costi di produzione fino alla divisione interna tra i produttori stessi. È quanto evidenzia Coldiretti Cuneo rispetto alla situazione critica che sta vivendo il comparto.
Nonostante sia una carne dalle eccelse proprietà organolettiche, altamente digeribile, magra e tra le razze storiche più famose – spiega la Coldiretti – viene poco riconosciuta oltre i confini regionali.
La Piemontese, principale razza autoctona a livello nazionale per numero di capi allevati, conta numeri importanti con oltre 310.000 capi, di cui ben 220.000 nella Granda, più di 4.000 aziende, oltre 10.000 addetti nel settore, con una elevatissima percentuale di giovani allevatori, e un fatturato di quasi 400 milioni di euro.
Un settore sostenuto dalla grande imprenditorialità e professionalità degli allevatori - sottolinea Coldiretti Cuneo - che rivestono un ruolo fondamentale sul territorio per preservare la biodiversità ed evitare lo spopolamento.
“Le parti politiche, sia nazionali sia regionali, così come quelle della distribuzione del nostro Paese devono prendere atto della situazione di cronica difficoltà della razza Piemontese per cui l’interazione costante, soprattutto con la politica, ha bisogno di essere tradotta in azioni e proposte concrete, dopo anni di tensioni e divisioni che non portano e non porteranno mai benefici al settore” dichiara il presidente di Coldiretti Cuneo, Enrico Nada.
“È il momento di superare, se esistono, le posizioni di parte e riunire, a Carrù, nella Casa della Piemontese tutte le forze per interagire, partendo dal mondo della politica, affidando proposte di legge ai parlamentari per portare un reale supporto alle imprese con trasparenza e maggiori spazi di mercato” afferma il direttore di Coldiretti Cuneo, Fabiano Porcu.
“Ci faremo promotori - aggiunge Nada - con Coalvi e Anaborapi, con cui stiamo già dialogando, di una convocazione diretta ai parlamentari, espressi nel nostro Piemonte, per la presentazione congiunta di una prima progettualità”.