L’Italia è al vertice in Europa per numero di giovani in agricoltura con gli under 35 che sono alla guida di 57.621 imprese nel 2018, in aumento del 4,1% rispetto all’anno precedente. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti divulgata in occasione della diffusione dei dati dall’aggiornamento Eurostat che attribuiscono all’Italia il record del 28,9% per un totale di 3 milioni di giovani tra i 20 e i 34 anni che non studiano e non lavorano.
I giovani piemontesi confermano i trend nazionali che vedono l’agricoltura come settore che sa dare concrete prospettive di futuro: sono aumentate, infatti, le aziende under 40 del 60% rispetto al 2017 e 2018.
“L’agricoltura è tornata ad essere un settore strategico per la ripresa economica ed occupazionale – evidenzia Danilo Merlo delegato regionale Giovani Impresa -. Grazie alle nuove generazioni, il binomio agricoltura e innovazione è diventato sempre più frequente: la conferma l’abbiamo avuta ancora con le aziende che hanno partecipato al concorso Oscar Green. Il 70% delle imprese giovani opera in attività che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasilo, ma anche alle attività ricreative, l’agricoltura sociale per l’inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti, la sistemazione di parchi, giardini, strade, l’agribenessere e la cura del paesaggio o la produzione di energie rinnovabili”. “Occorre sostenere lo spirito imprenditoriale giovanile tagliando gli ostacoli burocratici che spesso rallentano l’avvio e l’iter delle attività agricole trovando anche nuove formule – commentano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale -. La crescita dei giovani in agricoltura è sicuramente molto positiva però, necessita del supporto delle istituzioni affinché, attraverso specifiche misure, si possano attivare progetti che offrano davvero nuove opportunità. Essi sono, infatti, portatori di idee, nuova progettualità e prospettive di crescita, che possono giovare all’economia dell’intero territorio piemontese”.