Dopo la firma di due decreti interministeriali che introducono in via sperimentale l'etichettatura d'origine obbligatoria per il grano e il riso, Coldiretti manifesta soddisfazione per la decisione di proseguire con fermezza sulla strada della trasparenza con l'etichetta di origine obbligatoria.
Come ha ricordato il Presidente Confederale Roberto Moncalvo, questa iniziativa “è coerente con gli impegni assunti, ma soprattutto risponde alle esigenze, secondo la consultazione online del ministero delle politiche agricole, di oltre il 96% dei consumatori, che chiedono che venga scritta sull'etichetta in modo chiaro e leggibile l'origine degli alimenti”.
“La pasta ed il riso hanno riaperto la strada dell’indicazione dell’origine obbligatoria per i prodotti alimentari - precisano Delia Revelli e Tino Arosio, presidente e direttore di Coldiretti Cuneo - Ora va completata l’operazione trasparenza introducendo l’origine in etichetta anche per tutti gli altri prodotti, molti dei quali sono presenti nel nostro territorio, come l’ortofrutta trasformata per evitare che venga spacciata come made in Italy quella importata dall'estero, la carne di coniglio, i derivati del pomodoro diversi da passata, i salumi e le altre carni trasformate". L'Italia, che è leader europeo nella trasparenza e nella qualità, ha il dovere di fare da apripista nelle politiche alimentari comunitarie, anche con una profonda revisione delle norme sul codice doganale nel settore agroalimentare. L’assenza dell'indicazione chiara dell'origine non consente di conoscere un elemento di scelta determinante per le caratteristiche qualitative, ma impedisce anche ai consumatori di sostenere le realtà produttive nazionali e con esse il lavoro dell'economia piemontese e nazionale.