"L’arrivo della neve è una manna per le campagne colpite dalla siccità, ma non può risolvere i problemi dopo un lungo periodo di caldo anomalo che ha provocato i primi segnali di deficit idrico e che, accompagnati alla scarsità di neve in diversi settori dell’arco alpino, hanno fatto scattare l’allarme". È quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti sugli effetti dell’arrivo della perturbazione che porterà il freddo.
“Importante è però - fanno notare Cristina Brizzolari, presidente di Coldiretti Piemonte, e Bruno Rivarossa, delegato confederale - che il cambiamento climatico sia progressivo senza ondate di freddo estremo e gelate improvvise ma anche manifestazioni violente che distruggono le coltivazioni e le infrastrutture. Le precipitazioni sono importanti per ripristinare le scorte di acqua sulle montagne, negli invasi, nei laghi, nei fiumi e nei terreni asciutti ma, se si manifestano in modo intenso e con bruschi temporali, rischiano di provocare danni poiché i terreni non riescono ad assorbire l’acqua che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento provocando frane e smottamenti. Fondamentale è anche l’arrivo della neve per garantire scorte idriche. L’agricoltura italiana è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma è anche il settore più impegnato per contrastarli – ricordano Brizzolari e Rivarossa -. Proprio alla luce di questi evidenti cambiamenti climatici, è opportuno che la regione Piemonte attivi un tavolo permanente di crisi per gestire il tema acqua. Servono, infatti, investimenti per la manutenzione, il risparmio, il recupero e la regimazione delle acque con un sistema diffuso di piccoli invasi che possano raccogliere l’acqua in eccesso per poi distribuirla nel momento del bisogno, lavorando con programmazione".