La chiusura degli impianti anche nell’ultima parte della stagione è destinata ad avere effetti non solo sulle piste da sci ma sull’intera economia che ruota intorno al turismo invernale che ha un valore stimato prima dell’emergenza Covid tra i 10 e i 12 miliardi di euro all’anno tra diretto, indotto e filiera. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento al nuovo rinvio della riapertura allo sci in zone gialle, deciso dal Ministro della Salute dopo il nuovo pronunciamento del Comitato tecnico scientifico.
La riapertura degli impianti sciistici era attesa da 3,5 mln di italiani ed in Piemonte si erano ormai preparati i 49 comprensori sciistici, i 266 impianti di risalita per un totale di 1.243 km di piste.
“Una batosta non da poco che si va ad aggiungere agli effetti non solo sulle piste ma anche sull’intero indotto delle vacanze in montagna, dall’alloggio alla ristorazione, dagli agriturismi ai rifugi che, dallo stop al turismo sulla neve, hanno subito un calo di fatturato fino al 90% - commentano Roberto Moncalvo Presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale -. Proprio dal turismo invernale dipende buona parte della sopravvivenza delle strutture agricole che con le attività di allevamento e coltivazione svolgono un ruolo fondamentale per il presidio del territorio contro il dissesto idrogeologico, l’abbandono e lo spopolamento. Con le presenze praticamente azzerate nel momento più importante della stagione, si guardava con speranza all’ultimo scorcio, seppur con il pesante limite allo spostamento tra regioni ma le aspettative sono andate all’ultimo momento deluse”.