CUNEO - Coldiretti: ''Riaperte 25mila strutture ristorative, ma il blocco spostamenti a Natale mette ko agriturismi''

L'associazione di categoria non molla la presa: ''Perdita stimata di fatturato di almeno mezzo miliardo di euro''

Redazione 14/12/2020 14:31

 
Con il passaggio del Piemonte in zona gialla hanno potuto riaprire oltre 25 mila strutture della ristorazione tra ristoranti, bar, pizzerie ed agriturismi dopo la chiusura che ha provocato una perdita stimata di fatturato di almeno mezzo miliardo di euro. E’ quanto stima Coldiretti nel sottolineare che gli effetti della chiusura delle attività di ristorazione si sono fatti sentire a cascata sull’intera filiera agroalimentare.
 
A pesare è, in tutte le regioni, il permanere dei limiti anche nei giorni più caldi delle feste di fine anno come Natale, Santo Stefano e Capodanno con l’obbligo di chiusura alle 18 per tutte le attività di ristorazione, ma  anche la decisione di blindare gli italiani in questi giorni nel proprio comune che mette ko soprattutto le oltre 24mila strutture agrituristiche nazionali che sono principalmente situate in piccoli centri rurali con una clientela proveniente dalle grandi città e dai paesi limitrofi. I piccoli Comuni sotto i 5mila residenti sono realtà che già soffrono del rischio di spopolamento e di invecchiamento favorito anche dai ritardi infrastrutturali: appena il 68% dei cittadini dispone di connessione a banda larga contro più dell’80% delle metropoli. Nei piccoli comuni italiani, che sono pari al 69% del totale, ad evitare gli affollamenti concorre un paesaggio fortemente segnato dalle produzioni agricole con ben il 92% delle produzioni tipiche nazionali nasce proprio nei piccoli borghi italiani con meno di cinquemila abitanti. 
 
“In questo contesto superare il divieto agli spostamenti tra i comuni, nei giorni di Natale, Santo Stefano e Capodanno è importante anche per salvare i nostri agriturismi  - spiega evidenzia Stefania Grandinetti presidente degli Agriturismi di Campagna Amica del Piemonte - che sono principalmente situati in piccoli centri rurali con una clientela proveniente dalle grandi città e dai paesi limitrofi. Il divieto è, infatti, un vero paradosso se si considera che gli agriturismi sono solitamente situati in zone isolate, in strutture familiari con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all’aperto”.
 
“La riapertura sicuramente è un aiuto per le nostre strutture che, comunque, continuano anche con le consegne a domicilio, iniziate con le aziende di Campagna Amica subito nel primo lockdown sia per i pasti sia per la spesa – commentano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa delegato confederale –. Il sistema, però, è messo già a dura prova dalle varie chiusure, dal mancato turismo estivo straniero e dall’azzeramento dei tradizionali weekend di primavera, oltre che dalle festività pasquali”.
 

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