'Compra un Gratta e Vinci da cinque euro, ma non vince niente'. Un titolo chiaramente provocatorio, ma che ha molta più aderenza alla realtà di quanto si possa credere. Lo scorso anno in provincia Cuneo sono stati spesi nel gioco d'azzardo 944 euro a persona, mentre in tutta la regione sono stati ben 6,5 i miliardi evaporati tra slot, schedine e affini.
È di ieri la notizia di una forte vincita registrata in una tabaccheria di Sommariva Bosco. Cinquantamila euro vinti a fronte dei cinque euro 'investiti' per l'acquisto di un Gratta e Vinci della serie 'Tutto per tutto'. Alcuni giornali locali hanno riportato il fatto, dimenticando che si tratta di una verità parziale.
Già, l'anonimo vincitore sarà certamente gaudente (almeno prima di scoprire che la tassazione del 12% sulle vincite oltre i 500 euro gli porterà via circa 6 mila euro, rendendo la sua vincita netta pari a 44.060 euro), ma per uno che gioisce sono in tanti a strorcere il naso. Il freddo dato diffuso da Lottomatica ci racconta che per quanto riguarda il gioco in questione le probabilità di vincere 50 mila euro sono una su 9 milioni 840 mila. Tradotto: per ogni trionfatore solitario c'è un esercito di perdenti, consistente più o meno quanto i morti alleati durante la Prima Guerra Mondiale (che decimò l'Europa).
Torniamo al 'Tutto per Tutto', il cui importo massimo di vincita è di 500 mila euro (tassati anche questi). Se aggiungiamo l'altra cifra che fa gola a molti giocatori (100 mila euro), prendendo dunque in considerazione i tre importi più alti, le probabilità di vincere 'salgono' a una ogni 3 milioni 280 mila, in quanto anche gli altri due consistenti premi in palio vengono grattati una volta ogni 9 milioni 840 mila. Non male? L'esempio più classico per fare un paragone efficace è quello della probabilità di essere colpiti da un fulmine: una su 1.300 (secondo la rivista Focus). Sic et simpliciter.
Lungi da noi voler demonizzare il gioco o cavalcare sterili moralismi. Dal nostro punto di vista ognuno è libero di giocare gli importi che preferisce, se ne è consapevole, ma consultando i dati sul gioco d'azzardo patologico, pare che a non aver contezza delle proprie azioni siano in parecchi.