Riceviamo e pubblichiamo.
Gentile direttore,
C'è uno strano modo di pensare che sta sempre più penetrando nel senso comune. Si è iniziato sostenendo che per evitare l'arrivo di migranti e rifugiati occorresse avere leggi più "cattive" e queste leggi sono fioccate con l'adesione entusiasta dei governi che si sono succeduti siano stati essi di centrodestra che di centrosinistra; differenti nelle sigle ma accomunati dalla spinta a seguire la ferocia di un senso comune artatamente fabbricato dai media.
L'articolo 10 della nostra costituzione prevede il diritto soggettivo all'asilo politico ma tutti i governi e buona parte dei poteri dello stato lo hanno deliberatamente stravolto (e non è l'unico) condizionandolo ad una evanescente "possibilità dello stato di garantire condizioni dignitose a chi di questo diritto è portatore". Come dire: "Abbiamo il dovere di darti condizioni di vita dignitose ma siccome non lo voglio fare è meglio che tu muoia nel tuo paese o in mare". D'altra parte gli articoli della Costituzione, in particolare gli articoli 2 e 3 sono ormai ignorati anche, spesso, da chi dovrebbe farli rispettare.
La politica usa questa pseudo-giustificazione aberrante come arma di dissuasione verso chi vorrebbe arrivare in Italia. Questa stessa modalità è usata anche dalle amministrazioni periferiche. E' indispensabile il lavoro dei migranti ( per esempio in agricoltura) ma se si forniscono loro condizioni di vita dignitose (un tetto, un letto, acqua, energia elettrica ecc.) tanti lavoratori vorranno venire qui; questo va evitato e lavoro servile e condizioni di vita inumane sono il giusto deterrente perchè la loro presenza non disturbi il senso del "decoro" dei benpensanti.
Gino Bertone