CUNEO - "Con la chiusura per tre mesi del traforo del Monte Bianco, Piemonte sempre più isolato"

L'intervento di Massimo Marengo, presidente di Confapi Cuneo: "Mi appello a tutte le associazioni di categoria: il mondo delle imprese, degli artigiani e del turismo si faccia sentire con un’unica voce"

Massimo Marengo

29/08/2024 17:21

“Mi appello a tutte le associazioni di categoria perché il mondo delle imprese, degli artigiani e del turismo si faccia sentire con un’unica voce. Con Trafori di Tenda e Monte Bianco chiusi e colle della Maddalena a singhiozzo, Cuneo e il Piemonte sempre più isolati”: è quanto dichiara Massimo Marengo, presidente di Confapi Cuneo.
 
“Con la chiusura del Traforo del Monte Bianco programmata per cento giorni, a partire dal 4 settembre, la situazione della viabilità in Piemonte sarà drammatica e l’impatto economico per le PMI cuneesi sarà importante. Ma non solo. La fragilità delle connessioni stradali del nord-ovest è sempre più preoccupante e le aziende ci segnalano le forti criticità che affrontano nel ricevere materiale e nell’esportazione dei prodotti”. Con queste parole il presidente di Confapi Cuneo, Massimo Marengo, commenta l’imminente chiusura totale del Traforo del Monte Bianco per la realizzazione del primo cantiere-test di risanamento della volta.
 
“Con il Colle di Tenda chiuso da quattro anni dopo il nubifragio del 2020, insieme ai lavori infiniti per il raddoppio del Tenda bis e dell’incompiuta Asti-Cuneo, la situazione della viabilità è drammatica. La Granda sempre più isolata e le industrie cuneesi preoccupate per il futuro e per le ripercussioni che questa chiusura può avere sul territorio. Chiedo a tutte le associazioni di categoria di far sentire la loro voce perché le istituzioni capiscano che non c’è più tempo da perdere. Abbiamo bisogno di soluzioni concrete e di interventi rapidi”, è l’appello che lancia il presidente dell’associazione che riunisce le piccole e medie industrie cuneesi.
 
“Dobbiamo fare i complimenti ai nostri antenati - aggiunge ironicamente Marengo -, perché con i pochi mezzi che avevano a disposizione nell’800, sono riusciti a scavare il traforo in soli 4 anni. Oggi è impensabile raggiungere risultati simili. La burocrazia è la zavorra più grande che le imprese devono affrontare in questa periodo storico in Italia. La politica si deve rendere conto che il più grande aiuto che possa dare al sistema delle PMI non sono gli aiuti economici ma eliminare questo laccio che blocca lo sviluppo, la capacità e molte volte la voglia di investire delle aziende. Per questo è importante far sentire una voce univoca da parte di tutte le associazioni di categoria”.

c.s.

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