Andare oltre la rottamazione delle cartelle e le misure “una tantum” di tregua fiscale, per giungere invece a soluzioni preventive e strutturali di ristabilimento di un rapporto fiduciario tra fisco e imprese, con primaria attenzione alle PMI, funzionale a stabilire, con certezza di lungo periodo, diritti e obblighi tributari in capo all’imprenditore. Solo così l’attività economica diffusa potrà ripartire e dedicarsi non più a carte e contenziosi bensì alla produzione di beni e servizi.
La Confapi provinciale cuneese, con il presidente Pierantonio Invernizzi e i vice Giuseppe Rossetto e Luciano Piovano e il segretario Ilio Piana, coglie l’occasione dell’esame di merito della manovra di primavera del Governo per formulare una serie di costruttive osservazioni.
A partire dalle relazioni con l’amministrazione fiscale: “La nostra impressione è che le PMI, al di là di qualche intervento teso migliorarne gli assetti patrimoniali e organizzativi ma di non facile accessibilità, e a favorirne l’ammissione agli sconti a scadenza sulle eccessive sanzioni fiscali, continuino a essere viste come strumenti al servizio delle casse pubbliche. Di contro, alcune opportunità decisive previste dall’ordinamento tributario, come l’interpello preventivo, continuano a essere dedicate solamente ai grandi gruppi multinazionali. Sia chiaro - commenta il presidente Confapi - che non vi è alcuna contrarietà a sostenere con tali strumenti gli investimenti strategici di maggiore portata finanziaria. Quello che noi chiediamo è di estendere il meccanismo del così detto interpello alle piccole e medie imprese, singole o associate nei contratti di rete e di distretto, per mettere le stesse in condizione di definire diritti e obblighi con l’amministrazione fiscale e finanziaria statale, regionale e locale alla presentazione del piano di investimenti produttivi e occupazionali. Perché la somma di tanti investimenti di importo unitario più piccolo forma un totale pari a quello di tante medie e grandi aziende privilegiando innovazione legata a occupazione”.
I benefici sarebbero molteplici, a partire dalla maggiore serenità in capo agli imprenditori del territorio e dalla verticale riduzione dei costi diretti e indiretti dei contenziosi e delle liti, evitando la necessità di provvedimenti una tantum che sono limitati nel tempo e rischiano di lasciare irrisolti i problemi liquidi e pratici di quote importanti del nostro sistema imprenditoriale.