CUNEO - Consiglio regionale, approvati due Odg dopo il dibattito sull'arresto di Roberto Rosso

Uno di questi invita il presidente del Consiglio dei ministri, il ministro degli Affari regionali e quello dell’Interno a procedere alla sospensione di Rosso dalla carica di consigliere regionale

24/12/2019 09:40

Ieri, lunedì 23 dicembre, a conclusione dei lavori d’aula seguiti alle comunicazioni del presidente Alberto Cirio sull’indagine che coinvolge l’ex assessore Roberto Rosso, il Consiglio regionale del Piemonte ha approvato due ordini del giorno.
 
Il numero 157, a prima firma Maurizio Marrone (Fdi) invita “il presidente del Consiglio dei ministri, il ministro degli affari regionali e quello dell’interno a dare seguito con la massima tempestività agli atti e provvedimenti previsti dal Dl 235/12, alla sospensione di Roberto Rosso dalla carica di consigliere regionale”, impegna “il presidente del Consiglio regionale, l’Udp e il Consiglio regionale tutto a emettere immediatamente il provvedimento di sospensione, appena ricevuta notifica del relativo Dpcm e invita infine il Presidente della Regione, quando le accuse vengano confermate con l’avvio del processo, a formalizzare la costituzione di parte civile della Regione Piemonte nel procedimento penale. Il provvedimento è passato con 31 sì e 17 non votanti.
 
Il numero 160, primo firmatario Alberto Preioni (Lega), impegna “il presidente del Consiglio regionale ad assegnare il testo della legge” sul gioco d’azzardo “oltre alle Commissioni terza e quarta, anche alla Commissione Legalità”. Il documento ha ottenuto 31 sì, 16 non votanti e 1 no.
 
Sono stati invece respinti, con l’astensione della maggioranza, due altri Odg, entrambi a prima firma Marco Grimaldi (Luv). Il 158 che invitava tra l’altro “i presidenti di Commissione a sospendere l’esame della proposta di legge” sulle slot machine “al fine di permettere una riflessione dedicata sul tema in Commissione legalità”. Il 159, poi, chiedeva di “dare mandato all’avvocatura di seguire la fine delle indagini e le eventuali successive richieste di rinvio a giudizio degli indagati dell’operazione Fenice, nonché alla Regione e ai singoli consiglieri di costituirsi parte civile nell’eventuale processo, se sarà celebrato”.


c.s.

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