CUNEO - Consumo di suolo: gli impianti fotovoltaici si "mangiano" il terreno della Granda

Dall'annuale rapporto Snpa sulle superfici occupate artificialmente emerge il contributo rilevante dei pannelli. La provincia di Cuneo terza in regione per i nuovi consumi nell'ultimo anno

Un impianto fotovoltaico a Pianfei

Redazione 03/12/2024 13:35

La perdita dei servizi ecosistemici legata al consumo di suolo non è solo un problema ambientale, ma anche economico: nel 2023 la riduzione dell’”effetto spugna”, ossia la capacità del terreno di assorbire e trattenere l’acqua e regolare il ciclo idrologico, secondo le stime, costa al Paese oltre 400 milioni di euro all'anno. Un “caro suolo” che si affianca agli altri costi causati dalla perdita dei servizi ecosistemici dovuti alla diminuzione della qualità dell'habitat, alla perdita della produzione agricola, allo stoccaggio di carbonio o alla regolazione del clima.   
 
Complessivamente il consumo di suolo rimane ancora troppo elevato, anche se con una leggera diminuzione rispetto all’anno precedente e continua ad avanzare al ritmo di circa 20 ettari al giorno, ricoprendo nuovi 72,5 km2 (una superficie estesa come tutti gli edifici di Torino, Bologna e Firenze). Una crescita inferiore rispetto al dato dello scorso anno, ma che risulta sempre al di sopra della media decennale di 68,7 km2 (2012-2022) e solo in piccola parte compensata dal ripristino di aree naturali (poco più di 8 km2, dovuti in gran parte al recupero di aree di cantiere). 
 
Cambia la classifica dei comuni “Risparmia suolo”, quelli in cui le trasformazioni della copertura del suolo sono limitate o assenti: sul podio del 2024 salgono Trieste, Bareggio (MI) e Massa Fermana (FM).
 
A descrivere l’andamento nazionale del fenomeno, il rapporto SNPA (Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente) “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici” che in questa edizione pubblica le stime per tutte le regioni, le province e i comuni italiani relative al 2023. Ad accompagnare il report, l’EcoAtlante il quale, oltre a rappresentare un vero e proprio viaggio nell’ambiente italiano, consente di consultare e scaricare le mappe dettagliate del consumo di suolo e di personalizzarle in base alle proprie esigenze.
 
Nel 2023 risultano cementificati più di 21.500 km2, dei quali l’88% su suolo utile. In aumento la cancellazione del suolo ormai irreversibile con nuove impermeabilizzazioni permanenti pari a 26 km2 in più rispetto all’anno precedente. Il 70% del nuovo consumo di suolo avviene nei comuni classificati come urbani secondo il recente regolamento europeo sul ripristino della natura (Nature Restoration Law). Nelle aree, dove il nuovo regolamento europeo prevede di azzerare la perdita netta di superfici naturali e di copertura arborea a partire dal 2024, si trovano nuovi cantieri (+663 ettari), edifici (+146 ettari) e piazzali asfaltati (+97ettari). In calo costante quindi la disponibilità di aree verdi: meno di un terzo della popolazione urbana riesce a raggiungere un’area verde pubblica di almeno mezzo ettaro entro 300 metri a piedi.
 
Proseguono le trasformazioni nelle aree a pericolosità idraulica media, dove la superficie artificiale avanza di oltre 1.100 ettari, mentre si sfiorano i 530 ettari nelle zone a pericolosità da frana, dei quali quasi 38 si trovano in aree a pericolosità molto elevata.
 
La Valle d’Aosta e la Liguria sono le uniche regioni sotto i 50 ettari: la Valle d’Aosta, con +17 ettari, è la regione che consuma meno suolo, seguita dalla Liguria (+28) che si contiene al di sotto di 50 ettari. Gli incrementi maggiori per l’ultimo anno si sono verificati in Veneto (+891 ettari), Emilia-Romagna (+815), Lombardia (+780), Campania (+643), Piemonte (+553) e Sicilia (+521). Escludendo le aree ripristinate (operazione da cui si ricava il consumo di suolo netto) segnano gli aumenti maggiori Emilia-Romagna (+735 ettari), Lombardia (+728), Campania (+616), Veneto (+609), Piemonte (+533) e Sicilia (+483).
 
La capitale perde meno suolo: a livello comunale per la prima volta Roma (+71 ettari) registra una significativa riduzione dell’incremento rispetto ai dodici mesi precedenti (+124 ettari), ma si conferma tra i comuni con il consumo di suolo più alto (tenuto conto che si tratta del comune con la maggiore superficie in Italia), insieme a Uta (+106 ettari), comune della città metropolitana di Cagliari e Ravenna (secondo comune per superficie totale in Italia, +89 ettari).
 
Nel 2023 la logistica ricopre altri 504 ettari in un solo anno, una crescita attribuibile principalmente all'espansione dell’indotto produttivo e industriale (63%), mentre la grande distribuzione e le strutture legate all’e-commerce contribuiscono rispettivamente per il 20% e il 17%. Il fenomeno si concentra prevalentemente nelle regioni del Nord Italia, con un massimo di superfici consumate in Emilia-Romagna (101 ettari), Piemonte (91 ettari) e Veneto (80 ettari).
 
Altri impatti economici della perdita di servizi ecosistemici: se si considera la perdita del suolo avvenuta non solo nell’ultimo anno, ma nel periodo tra il 2006 e il 2023, l’impatto economico viene stimato tra 7 miliardi e 9 miliardi di euro annui. Il valore perso di stock (ossia la perdita assoluta di capitale naturale) dello stesso periodo varia tra 19 e 25 miliardi di euro.
 
Crea e scarica la tua mappa con l’EcoAtlante: https://ecoatlante.isprambiente.it/
 
Consulta tutti i dati sul consumo di suolo: https://www.isprambiente.gov.it/it/attivita/suolo-e-territorio/suolo/il-consumo-di-suolo/i-dati-sul-consumo-di-suolo.
 
In Piemonte
Tra il 2022 ed il 2023 in Piemonte si sono consumati altri 533 ettari netti di suolo, per un totale di suolo occupato da superfici artificiali di 170.769 ettari, il 6,72% dell’intera area regionale. Il dato denota una lieve diminuzione rispetto al triennio 2020-2022, confermando il trend nazionale, ma rimane comunque sopra il valore medio del periodo di osservazione 2016-2022 da quando il monitoraggio viene effettuato annualmente. 
 
Per dare un’idea del consumo di suolo del 2023, è come se ogni giorno fosse stata trasformata in area artificiale una superficie equivalente a 2,1 campi da calcio. In termini assoluti, il valore del 2023 mantiene il Piemonte al quinto posto a livello nazionale, dopo Emilia-Romagna, Lombardia, Campania, Veneto; in termini di aumento percentuale rispetto alla superficie artificiale dell’anno precedente, con il valore dello 0,31 % il Piemonte si attesta al secondo posto in nord Italia, dopo l’Emilia Romagna, appena sopra la media nazionale pari a 0,30%. Se confrontato con la superficie amministrativa il valore dei nuovi consumi netti posiziona la nostra regione all’ottavo posto in Italia, con una di densità di 2,1 m2/ha. 
 
Il Piemonte si conferma quindi tra le regioni italiane in cui, in termini di nuovi consumi, il fenomeno risulta più marcato, con valori peraltro in controtendenza rispetto alle dinamiche demografiche. Questo aspetto risulta evidente se rapportiamo i nuovi consumi di quest’anno con il saldo dei residenti del medesimo periodo, valutando così il grado di efficienza dei consumi: il valore di –1067 m2 dell’indicatore consumo marginale di suolo sta ad indicare che, per ogni abitante in meno in Piemonte, negli ultimi dodici mesi si è consumato oltre un decimo di ettaro di suolo. Questo dato, accoppiato anche al valore del consumo di suolo pro-capite superiore alla media nazionale, delinea un fenomeno che, a fronte di una diminuzione della “domanda”, non sembra accennare a rallentare in maniera adeguata rispetto agli obiettivi di azzeramento definiti a livello globale, europeo e nazionale. 
 
In termini di suolo consumato rispetto all’area totale, il valore del 6,72% rimane invece inferiore al dato medio nazionale, che si colloca al 7,16 % e risulta tra i più bassi del nord Italia, in particolare rispetto alle regioni confinanti di Lombardia (12,19 %), Emilia Romagna (8,91 %), e Liguria (7,30 %) ma anche rispetto alle regioni del nord est di Veneto (11,86%) e Friuli Venezia Giulia (8,03%).
 
La situazione a livello provinciale
Il processo di consumo di suolo continua a seguire l’espansione delle aree urbanizzate, dalle aree dense della conurbazione di Torino e cintura alle periferie dei capoluoghi di provincia e dei centri contigui in cui prosegue l’espansione di alcuni centri logistici. Al processo di consumo contribuisce quest’anno in maniera rilevante anche l’installazione di campi fotovoltaici a terra, con oltre 60 ettari concentrati soprattutto tra alessandrino, biellese e cuneese. A ciò si aggiunge un fenomeno meno evidente in quanto più distribuito sul territorio, che potremmo definire endemico, ma nel complesso consistente, con opere di piccola o media estensione che interessano un po’ ovunque i piccoli centri urbani, i territori collinari e gli assi vallivi montani. 
 
A livello provinciale quest’anno emerge il dato di Alessandria che con 165 ettari risulta la provincia con i consumi maggiori, seguita da Torino (109 ha) e Cuneo (107 ha). Sul dato di Alessandria incidono soprattutto i cantieri per la logistica ubicati nel capoluogo e nei comuni di Tortona e Serravalle Scrivia, ma anche il fotovoltaico a terra che sfiora i 40 ha di terreni interessati (il dato più alto per questa categoria tra le province piemontesi). Nella Città Metropolitana di Torino gli interventi più importanti riguardano alcune opere infrastrutturali come lo svincolo tra la frazione Aré e Caluso e l’ampliamento della SS26 e nuovi insediamenti commerciali nella zona nord di Torino. Sempre a Caluso è da segnalare l’ampliamento di un grosso piazzale in area industriale e un nuovo insediamento in area produttiva a San Gillio. In provincia di Cuneo continuano i cantieri in zona MIAC (Mercato Ingrosso Agroalimentare Cuneo) nel capoluogo, mentre importanti impianti fotovoltaici a terra sono sorti in varie zone della provincia. In provincia di Novara spicca il comune di Cameri con un grosso insediamento logistico in area Due Fontane e le nuove baie di manutenzione dell’aeroporto. A queste opere si aggiungono altri 14 ettari per i lavori della tangenziale di Romagnano Sesia. Anche quest’anno Novara si caratterizza per l’alto valore di densità di consumo di suolo (6,25 m2/ha contro una media regionale di 2,18 m2/ha), ad indicare un elevato rapporto tra consumo di suolo e la superfice totale dell’unità amministrativa rispetto alle altre realtà provinciali. Si segnala infine il caso di Biella che si caratterizza come la provincia in cui la voce più importante di nuovo consumo è da attribuire ai campi fotovoltaici a terra (circa 9 ha). 
 
A livello comunale il territorio con il consumo di suolo netto più elevato nel 2023 è Alessandria (61,7 ha), seguito da Cameri (26,9 ha) e Tortona (15,83 ha). Sopra i 10 ettari abbiamo anche Serravalle Sesia (14,2 ha), Romagnano Sesia ((13,9 ha), Novara (11.3 ha), Frugarolo (10.7 ha), Cherasco (10.0 ha), Serravalle Scrivia (9.7 ha), Caluso (9.5 ha). 
 
Valutando invece gli interventi in relazione alla capacità d’uso a fini agro-forestali dei terreni dove sono ubicati, occorre segnalare che il 7% circa di questi ricade in I classe (Suoli privi o quasi di limitazioni, adatti per un'ampia scelta di colture agrarie), ovvero la classe di suoli più produttivi. In questa classe si segnalano, a titolo di esempio, le opere del magazzino logistico di via Camagna ad Alessandria (11 ha) e del centro commerciale in corso Europa ad Alba (2.5 ha). 
 
Per completezza di informazione si segnala il nuovo impianto fotovoltaico flottante di Venaus (TO), un intervento che si distingue come soluzione alternativa agli impianti ubicati su terreni agricoli. I pannelli appoggiano infatti sullo specchio d’acqua di un grande bacino di servizio della centrale idroelettrica. 
 
Per approfondire la conoscenza sul tema suolo e sull’attività di monitoraggio si invita a consultare le pagine del portale nazionale sul consumo di suolo in Italia, disponibile a questo indirizzo: https://www.consumosuolo.it
 
Il portale, realizzato da Arpa Piemonte ed ISPRA ed ospitato sull’infrastruttura dell’agenzia regionale, mette a disposizione dati, cartografie, indicatori a scala nazionale, regionale e per singolo comune riferiti all’arco temporale di osservazione dal 2012 al 2023. I dati completi degli indicatori sono invece scaricabili a questo indirizzo assieme all’ultima edizione del rapporto nazionale. 

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