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Dopo i disastri della fase 1 Icardi si permette di dire a Vineis e Fazio che le loro sobrie critiche sono sciocchezze? Continua a dare degli sciacalli e dei beceri ai consiglieri di opposizione? Si autoassolve per l'ennesima volta e accusa di irresponsabilità i cittadini e di faziosità (di nuovo) i medici? Dice oggi che la fase 2 andava rinviata? Si chiede quali errori gli si imputino? Parla di 41 bis? Bisogna veramente essere senza vergogna o in preda al delirio, tanto da farsi dire dal proprio Presidente che si è mancato di senso istituzionale. Sembra quasi che l'Assessore voglia gettare la spugna: lo faccia e si dimetta”. A parlare è il consigliere regionale Marco Grimaldi, capogruppo di Liberi Uguali Verdi,
Marco Grimaldi: il riferimento è ad
un’intervista rilasciata dall'assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi a “La Stampa”, firmata da Chiara Viglietti. La discussione di questa mattina in capigruppo - scrive Grimaldi in un comunicato - ha toccato anche la suddetta intervista: “
Lo stesso Cirio si è detto perplesso e ha redarguito Icardi”, sostiene il capogruppo di Luv.
Un attacco durissimo, quello di Grimaldi, che elenca poi quelle che sono state secondo lui le mancanze di Icardi in questi mesi di emergenza sanitaria: “Una strage annunciata nelle Rsa, con un mese senza provvedimenti e poi una delibera fantasma che appare e scompare producendo effetti gravissimi, nessuna sorveglianza attiva, USCA inesistenti, tamponi inaccessibili, DPI inadeguati, medici completamente abbandonati. Questa è stata la fase 1 della Giunta Cirio che ha creato il 'caso Piemonte’”.
Icardi, secondo il capogruppo di Luv, “nega l'evidenza, parla già di un ripetersi del contagio, come se lui fosse 'l'uomo della strada' e non il membro di una Giunta che ha fatto i decreti, e persiste a non rispondere ad alcuna domanda su come si eviteranno gli errori commessi, perché quando saranno ripetuti potrà dare la colpa alle persone che passeggiano al parco e non all'assenza di tamponi a tappeto. Ma non si preoccupi: noi ci vedremo martedì in Aula e poi – se la maggioranza non ha paura – in commissione d'inchiesta”.