CUNEO - Coronavirus, l'allarme dalla casa di riposo di Roccavione: 'Situazione al limite del collasso'

All'interno della struttura casi sintomatici sia tra gli ospiti che tra il personale. I responsabili della residenza scrivono al prefetto, all'Asl e all'Unità di Crisi

a.d. 05/04/2020 11:57

Tra le tante case di riposo che stanno affrontando momenti di grande difficoltà a causa dell’emergenza Coronavirus c’è anche quella di Roccavione, la Residenza “Ente Morale Famiglia Toselli” di via del Pilone. A segnalare la situazione sono stati don Erik Turco e Marco Didier, rispettivamente presidente della casa di riposo e presidente della cooperativa sociale che gestisce la struttura, la Gesac: la denuncia di quanto sta avvenendo all’interno della residenza è stata affidata ad una lettera indirizzata al sindaco Germana Avena, al Prefetto, all’Unità di Crisi della Regione Piemonte e ai vertici dell’Asl CN1. 
 
L’emergenza - si legge nella lettera - coinvolge sia il personale sia gli ospiti della struttura, attualmente 52 persone: tra questi ultimi nelle scorse settimane sono stati riscontrati casi di sintomi riconducibili al Coronavirus, i quali sono stati isolati nelle poche camere singole disponibili. Ad oggi, però, non sono stati sottoposti a tamponi. “Nel mese di marzo - si legge nella lettera - si è verificato un numero di decessi (7) non in linea con i dati storici degli anni precedenti. La condizione di salute degli ospiti con sintomi è seguita quotidianamente dai medici di medicina generale che in diversi momenti hanno comunicato la situazione al Servizio di Igiene Pubblica di Cuneo. Inoltre, in almeno due circostanze, è stato chiesto l’intervento del 118 per due ospiti critici e, in entrambi i casi, le persone non sono state trasportate: un caso è successivamente deceduto, l’altra persona è ancora in condizioni incerte”.
 
All’interno della residenza sono state adottate fin dall’inizio dell’emergenza tutte le misure necessarie a monitorare la situazione: “Viene effettuata la misurazione della temperatura corporea degli ospiti due volte al giorno per tutti e con maggior frequenza per le persone sintomatiche. Inoltre, per queste ultime, è stata monitorata contestualmente l’ossigenazione attraverso l’uso del saturimetro. Anche per il personale è stato predisposto un protocollo di misurazione della temperatura prima dell’inizio del turno di lavoro”.
 
La struttura - spiegano i responsabili - ha potuto disporre da subito di una dotazione sufficiente, seppur contingentata, di dpi: mascherine chirurgiche, tute complete, visor, guanti monouso e disinfettante”. Nell’ultima settimana, malgrado tutte le protezioni adottate, anche tra il personale si sono verificati sintomi che potrebbero essere legati al Covid-19: ad oggi ci sono undici operatori socio sanitari sui diciannove totali e due infermieri su quattro in mutua. Tra mercoledì e venerdì della scorsa settimana sono stati eseguiti i tamponi a dieci operatori, i risultati dovrebbero essere disponibili nei prossimi giorni. Una situazione aggravata dalle dimissioni di due infermieri: uno ha aderito al primo bando Asl e terminerà il servizio a Roccavione a fine aprile, l’altro si è trasferito all’ospedale di Verduno. 
 
Per questi motivi la copertura dei turni è già oltre il limite del sostenibile: stiamo facendo ricorso, come previsto dal decreto ministeriale, a figure non qualificate da affiancare a personale Oss, ma nel caso di assenza di qualche unità in più non sarà più possibile garantire il servizio in sicurezza”: il quadro, insomma, è decisamente critico, al limite del collasso, e anche un leggero peggioramento potrebbe avere conseguenze drammatiche. “La situazione - prosegue la lettera - viene costantemente aggiornata con il Distretto Sud-Ovest dell’Asl CN1 nella persona del direttore Dott. Barbero e con il SISP nella persona del Dott. Torchio. Il dott. Barbero ha dato la disponibilità ad impiegare uno o più infermieri del servizio territoriale dell’Asl per sopperire all’assenza di nostri infermieri e garantire il servizio minimo di somministrazione delle terapie”. 
 
La lettera si conclude con un vero e proprio grido d’aiuto: “Richiediamo un intervento di supporto immediato e ci mettiamo a completa disposizione per concordare possibili strategie per gestire la grave situazione”, scrivono i responsabili della struttura.
 
"Seguiamo da vicino la situazione, posso dire che è veramente drammatica. - spiega il sindaco Germana Avena - I responsabili della struttura e gli operatori sanitari stanno facendo l'impossibile e anche qualcosa in più, ma serve un aiuto dall'alto: nella serata di ieri forse si è sbloccata la situazione ed è stato trovato nuovo personale, ma aspettiamo conferme. La Regione in ogni caso deve farsi carico dei problemi delle case di riposo: non si può dire "nessuno sarà lasciato indietro" e poi abbandonare in questo modo realtà che sono eccellenze del nostro territorio. Ricordiamoci che le case di riposo sono anche aziende, e rappresentano una parte importante dell'economia cuneese: bisogna fare di tutto per metterle in condizione di lavorare bene, facendo quanti più tamponi possibili e fornendo tutti dispositivi di sicurezza necessari".

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