L'emergenza da covid19 suscita preoccupazione non solo negli ospedali ma anche nelle case di riposo: “La vicinanza in cui vivono i pazienti, il fatto di essere generalmente appartenenti a coorti di età a rischio, l'esposizione degli operatori sanitari ed assistenziali rende necessario stare molto attenti alla situazione”. A parlare sono il segretario regionale del Partito Democratico, Paolo Furia, e la responsabile salute Maria Peano, i quali, dopo aver effettuato delle verifiche hanno suggerito alcune proposte alla Giunta regionale. “Svolgere tamponi a tappeto tra pazienti e operatori delle case di riposo - è la prima di queste -. Se le misure di contenimento delle ultime settimane avranno avuto effetto, come è ragionevole pensare, la condizione di isolamento in cui anche le case di riposo sono confinate (senza la possibilità di ricevere visitatori interni), sarà più semplice scovare eventuali casi poco o per nulla sintomatici che però potrebbero innescare un contagio con conseguenze letali”, spiegano i due.
La seconda, per la quale la Giunta si è già mossa, è “Diffondere dispositivi di protezione individuale agli operatori. La Protezione Civile sta cominciando la distribuzione di prime mascherine simil-chirurgiche a fronte delle necessità segnalate dalle ASL. E' urgente che si sblocchi il prima possibile l'acquisto sul mercato internazionale di dispositivi di protezione individuale, grazie all'attività del Governo, per raggiungere i fabbisogni nelle strutture RSA. Viene segnalata anche la carenza di ossigeno, su cui occorre intervenire prontamente”.
Il terzo punto prevede la promozione di un “sistema centralizzato di gestione delle donazioni: a questo proposito ci permettiamo di invitare tutti i donatori che, meno ostacolati dalla burocrazia nel fare acquisto di dispositivi di protezione sul mercato internazionale, a concordare con la Cabina di Crisi della Regione o con la Protezione Civile dove destinare le risorse, sulla base di un quadro di fabbisogno il più possibile oggettivo”.
Secondo Furia e Peano, un'altra soluzione è quella di “promuovere assunzioni agevolate di infermieri, anche in procinto di laurearsi, come già avviene nei nuovi bandi per gli ospedali e come previsto dai DPCM, per nutrire il personale delle case di riposo da anni in sofferenza”.
Infine, concludono i dirigenti del PD: “La distribuzione dei dispositivi di protezione individuale e il supporto di personale medico e infermieristico specializzato sono da considerarsi precondizioni al verificare eventuali disponibilità da parte delle case di riposo di organizzare reparti specifici per la gestione di situazioni di convalescenza, per sgravare gli ospedali sotto pressione. In questi giorni la richiesta della Regione in tal senso suscita preoccupazione legittima, poiché ad oggi non sembrano essere garantite le precondizioni affinché le RSA siano effettivamente in grado di ottemperare alla richiesta”.